Il quadro politico italiano si chiude con un nuovo sondaggio destinato a far discutere. Il Paese arriva da settimane scandite da polemiche, tensioni interne ai partiti, manifestazioni di piazza e un clima pre-elettorale sempre più evidente, nonostante non siano in calendario appuntamenti nazionali imminenti. Nel frattempo, la politica estera – tra dossier ucraino, rapporti con l’Europa, tensioni nel Mediterraneo e il dibattito sul premierato – continua a influenzare il sentiment degli elettori.

In questo scenario, la fotografia scattata dall’istituto Swg per il Tg La7 arriva come una cartina tornasole delle percezioni degli italiani: non soltanto numeri, ma indicatori di fiducia, stanchezza, aspettative e delusione. Gli spostamenti percentuali, piccoli ma significativi, raccontano in realtà una fase politica più fluida di quanto appaia dall’esterno, con elettorati che oscillano e partiti che cercano di consolidare il proprio spazio comunicativo.
L’elemento centrale di questo sondaggio non è solo chi sale e chi scende, ma perché accade. Da settimane si registra un crescente interesse verso i temi economici – dall’inflazione residua al costo della vita, fino alla manovra – e un ritorno all’attenzione sui partiti che propongono risposte strutturate su salari, imprese e welfare. Parallelamente, la discussione sulla sicurezza, il rapporto con l’Europa e la leadership internazionale continua a polarizzare gli italiani.
Nell’analisi complessiva emerge anche un dato non secondario: l’erosione dei consensi coinvolge tanto il governo quanto l’opposizione. Un segnale che potrebbe preludere a una stagione in cui la comunicazione politica assume un ruolo determinante per catalizzare o disperdere fiducia.
I segnali che arrivano dagli elettori
Nelle ultime settimane, diversi osservatori hanno sottolineato come il consenso sembri legato meno all’appartenenza ideologica e più alla percezione dell’efficacia leaderistica. In altre parole: gli italiani mostrano un’attenzione crescente non tanto ai programmi, quanto alla capacità dei leader di gestire crisi e comunicazione.
È in questo contesto che vanno interpretati i nuovi numeri Swg: micro-variazioni che non cambiano i rapporti di forza, ma che raccontano spostamenti sottili del clima politico. La maggioranza resta saldamente avanti, ma con segnali di affaticamento. Le opposizioni mostrano dinamiche interne differenti: alcuni partiti rallentano, altri riprendono fiato, mentre i piccoli continuano a restare schiacciati dalla polarizzazione.
I dati del sondaggio Swg per il Tg La7
Secondo il sondaggio Swg diffuso il 1 dicembre 2025 dal Tg La7, il primo partito italiano resta Fratelli d’Italia, pur registrando una lieve flessione. Ecco il quadro completo delle intenzioni di voto:
- Fratelli d’Italia: 31,3% (-0,3%)
- Partito Democratico: 22,2% (-0,1%)
- Movimento 5 Stelle: 12,7% (+0,2%)
- Forza Italia: 7,9% (stabile)
- Lega: 7,9% (+0,2%)
- Verdi/Sinistra: 6,9% (-0,1%)
- Azione: 3,3%
- Italia Viva: 2,4%
- +Europa: 1,5%
- Noi Moderati: 1,2%
- Altre liste: 2,7%
Chi vince davvero e chi rischia di più
La premier Giorgia Meloni conserva un vantaggio enorme rispetto a tutte le forze politiche, con oltre 9 punti sul Pd. Tuttavia, il lieve calo indica che una parte dell’elettorato sta osservando con maggiore severità le mosse del governo, soprattutto in materia economica e di rapporti con Bruxelles.
Il Partito Democratico resta solido, ma incapace al momento di allargare il proprio perimetro. La crescita del M5S, seppur lieve, suggerisce che una parte dell’elettorato progressista potrebbe guardare al partito di Conte come alternativa più radicale o più identitaria.
La sfida tra Forza Italia e Lega registra un pareggio, elemento significativo perché arriva dopo settimane in cui i due partiti oscillavano in direzioni opposte. Verdi e Sinistra restano stabili nel loro zoccolo duro, mentre il polo centrista continua a faticare a superare la soglia di sopravvivenza politica.
Cosa indicano queste oscillazioni
I movimenti minimi fotografati da Swg riflettono un’Italia tutt’altro che immobile. Ogni variazione dello 0,1 o dello 0,2% porta con sé tendenze più profonde:
- un governo forte, ma che deve consolidare la sua narrazione per non perdere slancio;
- un’opposizione che mantiene le distanze ma non riesce a costruire un fronte alternativo credibile e unitario;
- una polarizzazione che continua a premiare i leader più riconoscibili;
- un’area centrista che rischia la marginalità politica.
Nelle prossime settimane – con l’avvicinarsi delle decisioni sulla manovra e il dibattito sul premierato – ci si attende che i sondaggi mostrino oscillazioni più marcate, soprattutto nella fascia indecisa dell’elettorato che oggi rappresenta una delle variabili più difficili da interpretare.
Perché questo sondaggio conta
Il rilevamento Swg fotografa non solo la forza dei singoli partiti, ma la capacità dei leader di mantenere saldo il proprio posizionamento. In particolare, mette in luce:
- la resilienza elettorale di Meloni;
- la difficoltà del centrosinistra di allargare la sua base;
- la possibilità che il M5S torni a essere un attore rilevante;
- la lotta interna nel centrodestra tra FI e Lega per restare il terzo polo della coalizione.
Un quadro destinato a evolversi rapidamente, soprattutto se i temi economici continueranno a essere al centro del dibattito pubblico.
















