La storia di Tatiana Tramacere continua a rivelare elementi inattesi, tra legami mai chiariti, passioni non corrisposte e una “sceneggiata” televisiva che oggi appare sotto una luce completamente diversa. La giovane, scomparsa per dieci giorni e ritrovata viva nella mansarda di Nardò, aveva lasciato dietro di sé una rete di relazioni complesse che ruotavano attorno alla figura di Dragos Gheormescu, l’operaio di origine romena finito al centro di un caso che ha scosso l’intera comunità salentina.
In quei giorni di paura, tra tentativi di linciaggio e folla radunata sotto casa sua, Dragos è stato l’uomo più sospettato e allo stesso tempo il più chiacchierato. Ma la verità, ancora da ricostruire completamente, affonda le radici in un rapporto ambiguo e una vicinanza forse mai davvero compresa da chi circondava Tatiana.
Le indagini stanno tentando di chiarire cosa sia accaduto in quella mansarda dove la giovane è stata trovata dai carabinieri, un luogo divenuto improvvisamente il simbolo di un mistero che intreccia amicizia, ossessione e la volontà della ventisettenne di “staccare la spina” da una quotidianità percepita come pesante.

Il legame tra Tatiana e Dragos: poesia, confidenze e un rapporto irrisolto
Tatiana, adottata insieme al fratello Vladimir e molto legata alla sua famiglia, era una ragazza indipendente, appassionata di letteratura e psicologia, con una forte presenza sui social dove pubblicava poesie d’amore e riflessioni che attiravano migliaia di follower. Ed è proprio la poesia ad aver fatto incontrare i suoi passi con quelli di Dragos.
Lui, arrivato in Puglia dalla Romania da bambino, figlio di operai e con un percorso scolastico brillante, si era distinto all’istituto professionale come uno dei migliori studenti. Lavorava in officina di giorno e nel pub di Parco Raho la sera, lo stesso luogo in cui alle 19.30 del 24 novembre Tatiana e Dragos sono stati visti insieme per l’ultima volta prima della scomparsa.
Un legame intenso, a detta di chi li aveva visti insieme, ma mai trasformato in qualcosa di più. Eppure, nonostante le smentite della giovane, Dragos sembrava vivere quel rapporto con una profondità ben diversa.
La mansarda e le “pause” di Tatiana: rifugio volontario o costrizione?

A complicare il quadro è il luogo in cui i carabinieri hanno trovato Tatiana: la mansarda di Dragos. Un rifugio in cui la ventisettenne è rimasta per dieci giorni, mentre in paese montava la paura che fosse accaduto il peggio.
Le domande ancora irrisolte sono molte: era trattenuta contro la sua volontà o aveva deciso autonomamente di isolarsi per una delle “pause” di cui, raccontano amici e conoscenti, avvertiva periodicamente la necessità? La stessa Tatiana avrebbe ammesso di aver cercato rifugio per allontanarsi da pressioni emotive e sentimentali.
Le indagini dovranno chiarire la natura esatta di quei giorni trascorsi nella mansarda, mentre la famiglia attende risposte che diano ordine a un mosaico di informazioni frammentate.
La versione televisiva di Dragos e il sorriso che inquieta
Tra gli elementi più discussi ci sono le parole pronunciate da Dragos davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?”, quando la scomparsa di Tatiana era ormai diventata un caso nazionale. Con tono sereno e un sorriso sicuro, l’uomo aveva affermato: «Tatiana mi aveva detto che stava partendo per Brescia. Era sotto pressione. Probabilmente avrà voluto prendersi una pausa per sentirsi più libera».
Frasi che oggi vengono analizzate con attenzione, soprattutto perché pronunciate quando il suo cellulare era già stato sequestrato dai carabinieri. Un dettaglio che rende il suo comportamento pubblico ancora più enigmatico rispetto alla situazione reale.
Mino, Alessandro e gli uomini nell’ombra: i retroscena sentimentali
A complicare ulteriormente il caso c’è il quadro sentimentale di Tatiana, molto diverso da quello che la sua famiglia immaginava. I genitori Rino e Ornella, così come il fratello Vladimir, hanno raccontato di una ragazza serena, concentrata sui suoi successi universitari e legatissima a loro. Ma negli ultimi giorni prima della scomparsa, la giovane era divisa tra Mino, l’ex fidanzato carabiniere mai dimenticato, e due uomini che in casa Tramacere nessuno conosceva davvero.
Oltre a Dragos, infatti, emerge la figura di Alessandro, operaio trentenne convinto di essere il fidanzato di Tatiana da oltre un anno, nonostante lei non gli rispondesse nemmeno al telefono. «Era fissato, aveva un’ossessione», ha raccontato senza giri di parole il fratello Vladimir.
È proprio a casa di Alessandro che Tatiana aveva trascorso l’ultima domenica prima di sparire, cenando con lui e con sua madre. Poi l’incontro con Dragos e l’inizio del mistero.
Un finale inatteso per una storia ancora tutta da chiarire
Il ritrovamento della ventisettenne ha cancellato i timori peggiori, ma non ha risolto i dubbi. La dinamica tra Tatiana e Dragos, i rapporti con gli altri uomini presenti nella sua vita, le pressioni che la giovane avvertiva e la scelta di rifugiarsi proprio in quella mansarda restano nodi irrisolti.
Le prossime ore saranno decisive per ricostruire ciò che è davvero accaduto e per capire se Tatiana fosse vittima di una costrizione o protagonista di una fuga volontaria. Intanto Nardò tira un sospiro di sollievo, mentre questo giallo continua a tenere alta l’attenzione dell’intero Paese.


















