sabato, Giugno 7

Lutto alla Rai, addio a un pezzo di storia della televisione

Lutto nel giornalismo italiano: addio a una colonna storica della Rai

Un grave lutto ha colpito il mondo dell’informazione italiana: si è spento Giancarlo Santalmassi, uno dei volti più significativi del giornalismo televisivo e radiofonico nazionale. La sua scomparsa rappresenta una perdita immensa non solo per la Rai, azienda che per decenni ha rappresentato la sua casa professionale, ma anche per tutti coloro che hanno creduto in un’informazione seria, autentica e capace di parlare a ogni cittadino con intelligenza e misura.

Santalmassi non è stato solo un giornalista: è stato un testimone attento dei grandi eventi che hanno segnato la storia d’Italia nel secondo Novecento. La sua voce ha raccontato pagine tragiche e memorabili, rimanendo sempre fedele a uno stile sobrio, privo di enfasi spettacolarizzante ma profondamente coinvolgente. La notizia della sua morte ha colpito profondamente colleghi, telespettatori, ascoltatori, e tanti professionisti che hanno condiviso con lui decenni di cronaca, riflessione e approfondimento.


Un maestro dell’informazione: dalle origini alla consacrazione in Rai

Nato a Roma il 20 ottobre 1941, Giancarlo Santalmassi si è distinto sin dagli inizi per la sua capacità analitica e per il suo approccio innovativo alla narrazione dei fatti. Ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo collaborando con Panorama, storica rivista italiana, dove ha affinato le sue doti di scrittura e comprensione politica. Fu però in Rai che la sua carriera raggiunse l’apice: qui ebbe la possibilità di raccontare l’Italia e il mondo in un momento storico carico di tensioni, trasformazioni e avvenimenti epocali.

Con uno stile asciutto, diretto e al tempo stesso profondamente umano, Santalmassi seppe reinventare il modo di fare informazione televisiva. Fu uno dei pionieri di un linguaggio giornalistico più vicino alle persone, lontano dal formalismo e capace di rendere comprensibili anche i fatti più complessi.


Un protagonista assoluto del Tg2 e della cronaca italiana

In particolare, la sua attività al Tg2 rappresentò una svolta. Fu uno degli artefici del rinnovamento della testata giornalistica, contribuendo in maniera decisiva al suo successo. A lui si devono molte delle grandi dirette che hanno segnato gli anni più difficili della vita italiana, dove ogni parola pronunciata davanti alla telecamera diventava documento e memoria.

Indimenticabile il suo annuncio, il 16 marzo 1978, del rapimento di Aldo Moro e della strage di via Fani. Alle ore 10:01, Santalmassi interruppe le trasmissioni per dare voce a un evento che avrebbe profondamente scosso il Paese. Un momento che, ancora oggi, rimane inciso nella memoria collettiva degli italiani. E ancora, il racconto puntuale e misurato dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II, e la drammatica cronaca della tragedia di Vermicino, quando il piccolo Alfredino Rampi perse la vita sotto gli occhi dell’intera nazione.

In tutte queste circostanze, Santalmassi si distinse per la sua capacità di coniugare il dovere di cronaca con il rispetto per la dignità delle persone coinvolte. Non c’era spazio per l’eccesso, né per l’emotività fuori luogo. Solo la verità, raccontata con empatia e responsabilità.


Un innovatore anche in radio: la nascita di “Zapping” e l’esperienza con Radio 24

Dopo aver lasciato la televisione, Santalmassi non smise di cercare nuovi modi per raccontare la realtà. Trovò nella radio un nuovo alleato, un mezzo che seppe reinventare con intelligenza e visione. Fu proprio lui a fondare Zapping, una delle trasmissioni più longeve e seguite della radio italiana. Il programma si distinse subito per la sua formula originale: un confronto diretto tra il pubblico e i protagonisti della politica e dell’attualità, in un dialogo aperto e mai scontato.

Nel 1998 approdò a Radio 24, l’emittente del Gruppo Il Sole 24 Ore, dove divenne rapidamente una delle voci più autorevoli. Tra il 2005 e il 2008 fu direttore della radio, imprimendo una direzione editoriale incentrata sull’approfondimento di qualità, la pluralità dei punti di vista e l’analisi critica dei temi di attualità. Il suo modo di condurre era sempre rispettoso, acuto, orientato al confronto e alla comprensione del mondo.

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