sabato, Giugno 28

Alvaro Vitali, durissimo attacco da Le Monde: “Infantile, libidinoso e dimenticato dalla TV”

Lo sfregio di Le Monde ad Alvaro Vitali

La scomparsa di Alvaro Vitali ha suscitato emozione in tutta Italia, ma dalla Francia è arrivato un commento che ha indignato molti fan e addetti ai lavori. Il quotidiano Le Monde ha dedicato all’attore romano un ritratto caustico e sprezzante, tracciando un profilo che sembra più un attacco che un omaggio.

Personaggio infantile e libidinoso, basso (1,56 metri) e brutto, con il naso borbonico e gli occhi strabici“: così inizia il pezzo firmato da un critico del giornale francese, che prosegue parlando di Vitali come di un bersaglio sistematico delle gag nei film in cui appariva. L’articolo sottolinea che la sua fama in Francia fu marginale: “In Italia era un mito popolare, ma di una banalità estrema“.

“Un erotomane infantile e sbavante”

Il giornale ripercorre la carriera di Vitali con uno sguardo sarcastico: “Interprete di una comicità regressiva, Vitali era l’incarnazione dell’erotomane infantile e sbavante“, si legge, riferendosi ai suoi ruoli nella commedia sexy all’italiana. Viene citata una serie di film diventati cult: ‘La maestra dà lezioni private’, ‘Il poliziotto dei polli’, ‘Il maestro e gli imbecilli’, con un tono che ne ridicolizza la cifra artistica.

Secondo Le Monde, quel cinema era destinato al tramonto: “La tradizione comica italiana evolve verso forme più raffinate. Il pubblico televisivo rifiuta quel tipo di comicità e la carriera di Vitali si spezza bruscamente nel 1983“.

“Un simbolo della regressione culturale italiana”

Ma l’attacco più duro arriva quando Le Monde definisce Alvaro Vitali “simbolo di una regressione che ha segnato parte del cinema popolare italiano“, sottolineando che “la sua comicità non lasciava spazio al dubbio, era puro impulso infantile“. Il ritratto si chiude con l’immagine di un attore dimenticato: “Diventa presenza ricorrente in televisione, ma progressivamente viene escluso da tutto il sistema audiovisivo“.

Una visione che ha acceso la polemica in rete. In molti, tra cui anche colleghi e critici italiani, hanno giudicato il tono dell’articolo come irrispettoso e gratuito, soprattutto a pochi giorni dalla scomparsa di un volto che – nel bene e nel male – ha segnato un’intera epoca del nostro cinema popolare.

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