L’agente annuncia lo stop: la campionessa olimpica lascia il ring (per ora) e riaccende il dibattito su equità e regolamenti
Imane Khelif scuote di nuovo il panorama pugilistico. Dopo l’oro conquistato a Parigi, la fuoriclasse algerina ha scelto di fermarsi: lo ha confermato il suo manager Nasser Yefsah, spiegando a Nice Matin che l’atleta «ha lasciato la boxe, al momento non si allena seriamente: svolge solo qualche sessione tra Algeria e Qatar e viaggia per impegni di sponsorizzazione».
La decisione arriva al culmine di mesi di polemiche: nel 2023 l’allora federazione (IBA) la escluse dai Mondiali citando questioni di idoneità biologica; successivamente World Boxing ha introdotto test obbligatori per l’ammissione alle categorie femminili. Khelif non si è mai sottoposta alle verifiche richieste, scelta che tiene aperte perplessità e discussioni.
Il CIO, invece, ne aveva difeso la partecipazione ai Giochi, giudicando «improvvisa e arbitraria» la squalifica iridata e autorizzandone il via libera a Parigi. Proprio lì il confronto con Angela Carini — ritiratasi dopo 45 secondi dicendo «non sono mai stata colpita così duramente» — ha acceso ulteriormente il tema dell’equità nelle competizioni femminili.