Il dibattito pubblico si infiamma dopo l’uccisione di Pamela Genini. Dal Partito democratico accuse al governo sulla stretta ai percorsi scolastici di educazione affettiva e sessuale; la Lega respinge: “Nessun divieto, solo trasparenza e consenso informato delle famiglie”.
Il contesto: un femminicidio che scuote il Paese
La morte di Pamela Genini, 29 anni, uccisa a Milano, ha riaperto con forza la discussione pubblica su prevenzione, cultura del rispetto e strumenti educativi. Nel giorno del cordoglio, il confronto politico si è concentrato sulle scelte del governo in materia scolastica, con toni che hanno diviso opinione pubblica e partiti.
Le accuse del Partito democratico
La segretaria Elly Schlein ha criticato un emendamento della Lega approvato in Commissione Cultura alla Camera, sostenendo che limiti l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole primarie e medie. “La repressione non basta senza prevenzione a partire dalla scuola”, il messaggio rilanciato in più interventi.
Sulla stessa linea, esponenti dem come Debora Serracchiani, Irene Manzi, Sara Ferrari e Michela Di Biase hanno legato la necessità di una formazione strutturata al tema della violenza di genere, contestando la scelta della maggioranza.
La replica della Lega: “Non un divieto, ma regole chiare”
Il deputato leghista Rossano Sasso ha respinto l’accusa di oscurantismo. La posizione del Carroccio è che l’emendamento non vieti percorsi per gli studenti dai 13 ai 18 anni, ma introduca criteri di trasparenza e consenso informato per le famiglie sui contenuti, i materiali e le competenze degli “esperti esterni”.
L’obiettivo dichiarato è evitare iniziative considerate non adeguate all’età nelle classi più giovani, con particolare riferimento alle scuole primarie.
Prevenzione e scuola: il punto delicato
Il rischio della strumentalizzazione
La sovrapposizione tra il dolore per Pamela e la polemica politica ha alimentato accuse incrociate di “strumentalizzazione”. In questa fase, il rischio è che la discussione si riduca a slogan opposti, mentre famiglie, scuole e operatori chiedono strumenti concreti, finanziamenti stabili e valutazione degli esiti dei progetti educativi.
Cosa resta da chiarire
Il testo dell’emendamento e le linee attuative dovranno definire con precisione perimetro, contenuti, figure professionali coinvolte e il ruolo del consenso delle famiglie. Sullo sfondo, resta l’urgenza di un approccio integrato: prevenzione culturale, protezione immediata delle vittime, interventi su recidiva e percorsi trattamentali per gli autori di violenza.