AfD nel mirino: interrogazioni e sospetti filo-Mosca

Un uso giudicato anomalo delle interrogazioni parlamentari, un’attenzione insistente per temi di sicurezza nazionale e il sospetto che tutto questo possa favorire indirettamente l’intelligence russa. È il quadro che emerge da un’inchiesta giornalistica che ha acceso il dibattito politico in Germania, coinvolgendo il partito di estrema destra Alternative für Deutschland.

Le polemiche si concentrano in particolare sulla Turingia, uno dei Länder in cui l’AfD è più forte elettoralmente e dove le attività parlamentari del partito sono finite sotto la lente delle autorità e degli avversari politici.

Il caso Ringo Mühlmann in Turingia

Al centro delle accuse c’è Ringo Mühlmann, esponente dell’AfD ed ex agente di polizia. Secondo le critiche, il politico avrebbe utilizzato il proprio ruolo istituzionale per presentare interrogazioni che riguardano ambiti estremamente sensibili, come la difesa, i trasporti militari e i sistemi di sicurezza.

Temi che assumono un peso particolare nel contesto della guerra in Ucraina e del supporto logistico e militare fornito dai Paesi occidentali.

Interrogazioni su trasporti militari e droni

Tra le richieste formali presentate da Mühlmann figurano interrogazioni dettagliate sui trasporti militari diretti verso l’Ucraina, con domande su numero dei transiti, tipologie di mezzi e fermate note. In altri casi, l’attenzione si è concentrata sui sistemi anti-drone in dotazione o conosciuti dalla polizia regionale.

Secondo i critici, l’insieme di queste informazioni, anche se non classificate singolarmente, potrebbe consentire di ricostruire un quadro complessivo utile ad attori ostili.

Le accuse di favorire Mosca

Il ministro dell’Interno della Turingia, Georg Maier, ha parlato apertamente di un’impressione inquietante, sostenendo che alcune iniziative dell’AfD sembrerebbero funzionali agli interessi del Cremlino.

Anche a livello federale non mancano giudizi durissimi. Esponenti dei Verdi e di altri partiti centristi hanno definito l’AfD un possibile “cavallo di Troia” di Mosca all’interno delle istituzioni tedesche.

La difesa dell’AfD

Il partito respinge tutte le accuse. I leader dell’AfD parlano di insinuazioni infondate e rivendicano il diritto dei parlamentari a porre domande nell’interesse dei cittadini, soprattutto quando i movimenti militari sono visibili sul territorio.

Secondo Mühlmann, non spetta ai deputati autocensurarsi, ma al governo stabilire quali informazioni possano essere divulgate senza compromettere la sicurezza nazionale.

L’allarme degli apparati di sicurezza

Una linea che non convince gli esperti. Secondo membri delle commissioni parlamentari che vigilano sui servizi segreti, il rischio non risiede nella singola interrogazione, ma nell’accumulo sistematico di richieste su temi affini.

Incrociando dati apparentemente innocui, spiegano, è possibile ricostruire rotte, volumi e modalità dei flussi militari e umanitari verso l’Ucraina.

I numeri delle interrogazioni

I dati rafforzano le preoccupazioni. Negli ultimi anni l’AfD ha presentato migliaia di interrogazioni su sicurezza e difesa, più di qualsiasi altro partito. In Turingia, il partito è responsabile della maggioranza delle richieste parlamentari su questi temi.

Anche al Bundestag, una quota significativa delle interrogazioni sulla sicurezza nazionale proviene dai banchi dell’AfD.

Un caso che pesa sul dibattito democratico

Il caso riapre il dibattito sul confine tra controllo parlamentare e tutela della sicurezza dello Stato, soprattutto in una fase storica segnata dalla guerra in Ucraina e dal ritorno della competizione geopolitica tra grandi potenze.

Per la Germania, la vicenda rappresenta un test delicato sulla resilienza delle istituzioni democratiche e sulla capacità di prevenire l’uso strumentale delle regole parlamentari in contesti di conflitto internazionale.

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