martedì, Ottobre 22

Simone Farinelli morto nell’alluvione: l’ultima telefonata prima della tragedia

Simone Farinelli morto nell’alluvione: l’ultima telefonata prima della tragedia

Simone Farinelli è stato uno dei giovani protagonisti di una tragedia che ha colpito la comunità di Pianoro, travolto dall’alluvione che ha devastato la zona.

Poche ore prima della tragedia, Simone aveva fatto una telefonata alla madre Angela, che lo stava aspettando insieme al fratello Andrea per cena. «Mamma, stiamo arrivando. Pochi minuti e siamo su», le aveva detto al telefono, cercando di rassicurarla nonostante le preoccupazioni per il maltempo. Ma quella tranquillità è stata spezzata poco dopo, quando la loro auto, una Yaris bianca guidata da Andrea, è stata sorpresa dalla forza del Rio Caurinzano, che si era gonfiato a dismisura. L’acqua e il fango hanno invaso la strada, trascinando l’auto verso il torrente.

Andrea, che era al volante, è riuscito a capire subito la gravità della situazione e ha urlato a Simone di uscire rapidamente dall’abitacolo. «Scendi presto, scappa!», gli ha gridato disperato. Andrea è riuscito a mettersi in salvo, ma Simone non ce l’ha fatta a uscire in tempo, venendo risucchiato dalla furia dell’acqua. Questo tragico evento ha segnato profondamente la comunità e ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita di chi conosceva Simone.

Simone era un giovane brillante e appassionato, particolarmente noto per il suo interesse per l’arte e il cinema. La sua passione per il mondo del cinema era ben conosciuta da chi gli era vicino, come la sua ex preside del Liceo artistico Arcangeli, Maria Grazia Diana, e la sua insegnante di scultura, Giuliana Grandi. Quest’ultima lo ha descritto come «un ragazzo straordinario», che negli ultimi anni di scuola aveva compiuto grandi progressi, dimostrando un talento sempre più evidente. La scultura, il restauro, la pittura e il disegno erano tra le sue passioni, ma il cinema occupava un posto speciale nel suo cuore.

Fin da piccolo, Simone si era lasciato affascinare dalla magia della settima arte, studiando con interesse non solo i film, ma anche le tecniche registiche, i linguaggi narrativi e le performance attoriali. Non si limitava a guardare film, ma analizzava e approfondiva ogni aspetto, cercando di capire le scelte dei registi e la profondità dei temi trattati. Questa sua curiosità lo portava a esplorare la cinematografia internazionale, passando dalle grandi produzioni hollywoodiane alle pellicole meno conosciute del cinema d’autore e delle produzioni indipendenti.

Simone non si accontentava di assimilare passivamente le conoscenze acquisite, ma desiderava condividerle con gli altri. Sognava di diventare un divulgatore o un insegnante, convinto che il cinema fosse un potente strumento per raccontare storie e per far riflettere le persone. La professoressa Giuliana Grandi, che lo ha seguito da vicino durante il suo percorso scolastico, credeva fermamente che Simone avesse tutte le qualità per riuscire in questo ambito. «Gli piaceva l’idea di poter diventare un divulgatore o un insegnante», ha raccontato la docente, ricordando la sua capacità di trasmettere entusiasmo e di spiegare le sue idee in modo chiaro e coinvolgente..

Simone era molto amato anche per il suo carattere aperto e disponibile. La sua capacità di relazionarsi agli altri con empatia e gentilezza lo rendeva apprezzato non solo dai suoi compagni di scuola, ma anche dagli insegnanti. La professoressa Grandi ha ricordato con commozione la dedizione e la passione che Simone metteva in ogni cosa che faceva. «Ho pianto tanto quando ho saputo cosa è successo», ha dichiarato ai microfoni di “Repubblica”, evidenziando quanto fosse stata colpita dalla sua scomparsa..

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