Il livello “Charlie” della scala FPCon (Force Protection Condition) è il secondo più alto: indica che c’è una probabilità concreta e imminente di attacco terroristico contro personale o strutture militari. Secondo le linee guida del Dipartimento della Difesa statunitense, questo livello si attiva “quando accadono incidenti o si ricevono informazioni di intelligence che suggeriscono la possibilità di azioni terroristiche imminenti”.
La condizione successiva, il livello “Delta”, viene attivata solo in presenza di attacchi già in corso o imminenti in aree specifiche. Attualmente, con l’allerta “Charlie”, sono state imposte nuove regole interne alla base: restrizioni nei movimenti del personale, accessi limitati, controlli più severi su materiali e strutture logistiche.
Sigonella: il cuore operativo USA nel Mediterraneo
La base di Sigonella, soprannominata “Hub of the Med” (lo snodo del Mediterraneo), è una delle più strategiche al mondo per gli Stati Uniti. Ospita circa 5.000 militari americani appartenenti a diverse branche delle forze armate e svolge un ruolo chiave nel pattugliamento del traffico navale e aereo nel Mar Mediterraneo orientale.
È da qui che partono i droni Global Hawk, fondamentali per le missioni di sorveglianza sulla Crimea e sul Mar Nero. Le attività si sono intensificate dopo l’invasione russa dell’Ucraina e, con la crisi Iran-USA, l’area torna ad assumere un valore geostrategico cruciale.
La base sorge all’interno dell’aeroporto Cosimo Di Palma, sotto il comando dell’Aeronautica Militare Italiana. Oltre alla componente americana, sono presenti anche il 41° Stormo Antisom e l’11° Reparto Manutenzione Velivoli. Le operazioni quotidiane coinvolgono personale della NATO e contribuiscono a missioni congiunte di monitoraggio e deterrenza.
Controlli rafforzati in tutta Italia: da Roma a Milano
L’innalzamento dell’allerta a “Charlie” ha avuto ripercussioni immediate su tutto il sistema di sicurezza italiano. A Roma, le forze dell’ordine hanno potenziato la sorveglianza intorno all’ambasciata americana, al Vaticano e agli altri obiettivi strategici. In particolare, l’Angelus domenicale e la messa del Giubileo presieduta da Papa Leone nella basilica di San Giovanni in Laterano si sono svolti sotto massima vigilanza.
A Milano, la Prefettura ha disposto un ulteriore rafforzamento della sicurezza, con controlli estesi su sedi diplomatiche, religiose, culturali ed economiche. I dispositivi di prevenzione sono stati attivati in tutte le grandi città italiane e intorno agli obiettivi sensibili legati agli Stati coinvolti nella crisi.
L’allerta segue mesi di tensione e minacce in Europa
L’intelligence europea aveva già lanciato diversi avvertimenti nei mesi scorsi per rischi terroristici legati a eventi globali. In vista delle Olimpiadi di Parigi e dei Campionati Europei di calcio in Germania, le autorità avevano avviato controlli straordinari in tutta Europa. In Germania sono stati convocati 580 ufficiali di polizia internazionale per affiancare i colleghi tedeschi, a dimostrazione della portata globale delle minacce.
L’Italia in allerta: droni, evacuazioni e cooperazione NATO
Sigonella ha già dimostrato in passato il suo ruolo cruciale nella gestione delle crisi internazionali. Durante l’evacuazione dell’Afghanistan nel 2021, la base ha ospitato migliaia di profughi afghani e richiedenti asilo. Oggi, la presenza militare si intensifica ancora una volta per fronteggiare un possibile attacco terroristico legato alla risposta dell’Iran.
Con i cieli del Medio Oriente in subbuglio e la paura di un’escalation senza precedenti, anche l’Italia si prepara al peggio. Le forze dell’ordine, supportate da servizi di intelligence nazionali e alleati, rimangono in stato di massima vigilanza. La priorità è proteggere il personale, la popolazione e i siti sensibili in un momento di grave instabilità globale.