Un cambio di abiti prima del trasporto in ospedale
Secondo quanto riportato dal TGR Campania, il ritrovamento del pigiamino insanguinato suggerisce che la bambina sia stata cambiata prima di essere trasportata dal padre, Vincenzo Loffredo, presso il pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori. In un primo momento, l’uomo avrebbe dichiarato ai medici che la piccola era stata attaccata da un cane randagio. Tuttavia, successivamente, ha cambiato versione, ammettendo che l’aggressione fosse opera del pitbull di famiglia.
Il padre sotto inchiesta: ipotesi di omicidio colposo
Vincenzo Loffredo, risultato positivo all’hashish nei test effettuati subito dopo l’incidente, è ora indagato per omicidio colposo a causa della presunta mancata custodia e vigilanza del cane. Le indagini si stanno concentrando anche su altri aspetti della vicenda, tra cui il tentativo di occultare prove o alterare la scena dell’accaduto. Il rinvenimento del pigiamino sporco di sangue alimenta sospetti su cosa sia realmente avvenuto in quelle drammatiche ore.
Il legale di Loffredo: “Nessuna conferma ufficiale sul pigiamino”
Luigi Montano, avvocato di Vincenzo Loffredo, ha dichiarato all’ANSA di non avere informazioni sul presunto ritrovamento del pigiamino insanguinato. “Nel verbale di sequestro effettuato dalla polizia scientifica non risulta alcuna menzione di un pigiama. Il mio assistito sostiene di aver preso la bambina non appena si è accorto dell’accaduto e di averla portata immediatamente in ospedale”, ha affermato Montano. Al momento, investigatori e inquirenti non hanno rilasciato ulteriori commenti sulla questione.
Appartamento ripulito prima dell’arrivo delle autorità?
Un altro dettaglio emerso riguarda la presunta pulizia dell’appartamento prima che la polizia ne disponesse il sequestro. Secondo la versione fornita dal padre, alcuni parenti avrebbero rimosso le tracce di sangue per evitare che la madre della bambina assistesse a una scena troppo dolorosa. Questo elemento aggiunge ulteriori dubbi sulla dinamica della tragedia e sulle eventuali responsabilità familiari.
Le indagini in corso: perizie e analisi fondamentali per chiarire i fatti
Gli inquirenti sono in attesa di diversi esiti per ricostruire con precisione quanto accaduto. Tra questi, l’analisi del cellulare di Vincenzo Loffredo, sequestrato nei giorni successivi alla tragedia per verificare eventuali spostamenti o attività sospette nelle ore precedenti all’aggressione. Inoltre, si attendono i risultati dell’autopsia per chiarire la causa esatta della morte della piccola.
Si è ipotizzato che la bimba possa aver subito la frattura dell’osso del collo, ma questa teoria sembra entrare in contrasto con il fatto che fosse ancora viva al momento dell’arrivo in clinica. Fondamentali saranno anche le analisi delle feci dei due cani presenti in casa – il pitbull e una meticcia – per accertare se vi siano tracce organiche della vittima che possano confermare l’aggressione.
L’interrogatorio di garanzia ancora da fissare
Nonostante il proseguimento delle indagini, la Procura non ha ancora stabilito una data per l’interrogatorio di garanzia di Vincenzo Loffredo. La sua posizione rimane sotto stretta osservazione, e il quadro accusatorio potrebbe aggravarsi in base ai risultati delle perizie in corso.
Un caso che sconvolge l’opinione pubblica
Il caso della piccola Giulia ha suscitato una forte ondata di indignazione e dolore. L’episodio ha riportato all’attenzione il dibattito sulla pericolosità di alcune razze canine e sulla responsabilità dei proprietari nel garantire la sicurezza, soprattutto quando in casa ci sono bambini piccoli.
Mentre la comunità di Acerra piange la piccola vittima, gli investigatori continuano a lavorare per far emergere la verità su una vicenda che presenta ancora molti lati oscuri. La speranza è che le indagini possano presto chiarire ogni dubbio, portando giustizia per la piccola Giulia e rispondendo agli interrogativi di una tragedia che ha sconvolto l’Italia intera.