“Dovevo morire io, non tu, Carlo.”
Una frase che riassume il dolore indicibile di una madre che vede partire il figlio, non per cause naturali, ma per un gesto di coraggio estremo, quando ormai la sua carriera volgeva al termine. Un senso di ingiustizia e di impotenza pervade tutti i presenti. I colleghi lo ricordano come un uomo d’onore, dedito al dovere fino all’ultimo respiro. Ma anche tra loro serpeggia la rabbia:
“Non così doveva finire. A pochi giorni dalla pensione. Stavamo preparando la festa. E invece la festa è diventata un lutto.”
Un simbolo di dedizione e servizio
Carlo Legrottaglie è diventato, suo malgrado, il simbolo di quei servitori dello Stato che non si tirano mai indietro. Fino alla fine, ha fatto ciò in cui credeva: proteggere i cittadini, intervenire quando c’era bisogno, anche mettendo a rischio la propria vita.
E proprio per questo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto rendere omaggio con la sua presenza ai funerali. Un gesto che testimonia quanto la figura del brigadiere Legrottaglie sia stata apprezzata e rispettata anche dalle più alte cariche dello Stato. Il capo dello Stato ha espresso cordoglio alla famiglia e ha ribadito l’impegno delle istituzioni nel tutelare chi rischia la vita ogni giorno per garantire sicurezza e legalità.
Chi era Carlo Legrottaglie?
Brigadiere esperto, stimato dai colleghi e rispettato dai cittadini, Carlo Legrottaglie aveva dedicato tutta la sua vita all’Arma dei Carabinieri. Originario di Ostuni, aveva lavorato in diverse sedi, guadagnandosi una reputazione di uomo giusto, serio e sempre disponibile. La sua passione per il lavoro non era venuta meno nemmeno con l’avvicinarsi della pensione. Nonostante i consigli di chi gli voleva bene, aveva deciso di rimanere operativo fino all’ultimo giorno.
Un Paese che si interroga
La morte del brigadiere ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle forze dell’ordine, soprattutto per chi, come lui, è prossimo alla fine del servizio. È giusto che uomini così esperti siano ancora in prima linea? Come proteggerli? La tragedia solleva interrogativi profondi sulla gestione del personale e sul valore della prevenzione nei confronti dei rischi connessi al lavoro delle forze dell’ordine.
La richiesta di giustizia
Ora la famiglia Legrottaglie chiede giustizia. Vogliono che venga fatta piena luce su quanto accaduto e che le responsabilità siano accertate con precisione. Il procedimento nei confronti di Camillo Giattanasio sarà fondamentale per chiarire chi ha premuto il grilletto e per garantire che chi ha tolto la vita a Carlo paghi per il suo gesto.
Un ricordo indelebile
Il sacrificio di Carlo Legrottaglie non sarà dimenticato. La sua dedizione resterà come esempio per le future generazioni di carabinieri. Ma per la sua famiglia, quel gesto eroico ha un prezzo altissimo: un vuoto che nulla potrà colmare. Come ha detto il fratello Vito:
“Lui voleva salvare il mondo. Ma io gli dicevo di smettere, perché il mondo non lo salvi da solo.”
Un messaggio potente, intriso di amore, di rabbia e di una dolorosa consapevolezza. La consapevolezza che, a volte, l’eroismo ha un volto umano. Quello di un uomo che ha scelto di servire fino all’ultimo respiro.