Questo dato di fatto ridimensiona l’impatto della vittoria di figure come Silvia Salis a Genova, vista da alcuni nel Partito Democratico come un segnale di rinascita politica. Per Noto, però, si tratta di una lettura forzata. La vittoria della Salis e degli altri candidati del centrosinistra nelle città non mette in discussione la solidità del governo guidato da Giorgia Meloni. Il centrodestra, ha affermato, continua ad avere una posizione di forza, anche in prospettiva di future elezioni politiche.
Il Movimento 5 Stelle continua a faticare a livello locale
Un altro punto su cui Antonio Noto si è soffermato riguarda le difficoltà incontrate dal Movimento 5 Stelle nel radicarsi sul territorio. Secondo il sondaggista, il partito guidato da Giuseppe Conte soffre per una strategia che resta ancorata a una visione nazionale, trascurando l’importanza delle reti locali.
“Il Movimento 5 Stelle non ha mai investito seriamente nel territorio. La loro è una campagna nazionale, priva di presenza concreta e capillare nelle realtà locali,” ha osservato Noto. Questo deficit organizzativo si traduce in performance deludenti ogni volta che gli elettori sono chiamati a votare per sindaci e consiglieri comunali.
Meglio soli che male accompagnati? L’M5S e le alleanze
Il sondaggista suggerisce anche che il M5S ottiene risultati migliori quando corre da solo. “L’elettorato grillino si mobilita di più quando il partito si presenta in autonomia,” ha spiegato. Le alleanze con altre forze politiche, in particolare con il Partito Democratico, non sempre portano i benefici sperati. L’aritmetica elettorale, infatti, non basta: “Serve una visione condivisa, un progetto comune. Al momento, questo manca,” ha sottolineato Noto.
Partecipazione elettorale: l’effetto delle liste civiche
Un altro tema sollevato durante l’intervista è stato quello dell’affluenza alle urne. In linea con quanto avvenuto nella precedente tornata amministrativa, la partecipazione degli elettori non ha mostrato segnali di crescita particolari. Tuttavia, Noto ha evidenziato un fattore interessante: la presenza massiccia di liste civiche ha contribuito a mantenere un certo livello di coinvolgimento.
“Nelle comunali, il numero di candidati al consiglio comunale incide molto sul tasso di partecipazione,” ha spiegato. Le liste civiche, spesso formate da persone radicate nel territorio, attivano reti personali, familiari e professionali che stimolano la partecipazione al voto. In altre parole, più candidati significa più voti di relazione, una dinamica del tutto diversa rispetto alle logiche dei partiti nazionali.
Il ruolo delle amministrative nel contesto politico italiano
Nonostante le speranze di alcuni leader politici, Antonio Noto ribadisce che le elezioni amministrative hanno un valore circoscritto. Il loro esito non è indicativo di un cambiamento imminente negli equilibri politici nazionali. È un errore, secondo lui, sovrapporre i risultati locali con quelli nazionali.
La tendenza italiana dimostra come il voto per sindaci e consigli comunali venga spesso orientato da dinamiche molto concrete, come la conoscenza personale del candidato, la rete di contatti e il lavoro svolto sul territorio, piuttosto che da questioni ideologiche o strategiche legate alla politica nazionale.
Schlein e il PD: entusiasmo prematuro?
I commenti post-elettorali di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, e di altri dirigenti del centrosinistra sembrano suggerire una volontà di leggere le vittorie locali come segnali di una futura rimonta elettorale a livello nazionale. Antonio Noto, però, invita alla prudenza. Secondo lui, sarebbe fuorviante interpretare un successo municipale come un’inversione di tendenza politica.
L’elettorato, infatti, mostra una notevole flessibilità tra i vari livelli di voto. Un cittadino può scegliere un candidato sindaco per la sua credibilità personale o per le sue proposte locali, pur mantenendo una preferenza nazionale diversa. Questo dimostra come i due livelli non siano necessariamente collegati.