Nel 2007, Muschitta aveva raccontato di aver visto una donna in bicicletta allontanarsi dalla villetta di via Pascoli la mattina del delitto, con in mano un oggetto simile a un alare da camino. L’identikit sembrava coincidere con Stefania Cappa, una delle cugine gemelle di Chiara Poggi. Tuttavia, dopo due interruzioni inspiegate durante l’interrogatorio del 27 settembre, l’operaio ritrattò: “Mi sono inventato tutto, sono uno stupido”. Da quel momento, la sua versione fu dichiarata non attendibile.
Intercettazioni con il padre ignorate dagli inquirenti
Subito dopo la deposizione, furono registrate telefonate tra Muschitta e suo padre. Il genitore lo rassicurava: “Per proteggerti, ti hanno fatto fare quella roba lì. Hai fatto bene. Hai detto la verità?”. E Muschitta rispondeva: “Certo, ho detto quello che ho visto”. Tuttavia, queste intercettazioni vennero considerate irrilevanti dalla Procura, proprio mentre si stava decidendo il fermo di Alberto Stasi.
Sportiello: “Lui ha visto, non se l’è inventata”
Nell’audio del 2022, Sportiello ribadisce di credere fermamente nella prima versione fornita da Muschitta. A Marchetto dice: “Quello che ha visto ha visto, lui quella mattina lì alle 9-9.30 ha visto… non se l’è inventata. Ha visto questa ragazza in giro con la bicicletta da donna”. E insiste: “Come l’ha raccontata a me, io l’ho riferita uguale alla direttrice. Era identica”.
Un audio che può cambiare tutto?
Il contenuto di questa registrazione riapre interrogativi cruciali: Muschitta fu realmente minacciato per ritrattare? E soprattutto: la sua testimonianza poteva davvero cambiare le sorti del processo? In un caso segnato da dubbi, omissioni e verità ritrattate, quest’audio rischia di mescolare di nuovo le carte, alimentando le ombre su uno dei misteri giudiziari più noti d’Italia.