venerdì, Maggio 30

“Dentro c’è roba agghiacciante”. Garlasco, la scoperta choc nella chiavetta Usb di Chiara Poggi

Questa teoria si collega a un altro episodio oscuro avvenuto nella zona: nel 2014, il santuario della Bozzola, situato nei pressi di Garlasco, fu coinvolto in uno scandalo legato a un caso di estorsione sessuale che coinvolgeva il sacerdote don Gregorio Vitali. All’epoca, si parlò anche di possibili attività illecite all’interno della comunità religiosa, incluso un presunto giro di pedofilia.

Sebbene queste voci non abbiano mai trovato riscontri legali concreti, esse costituiscono il contesto entro cui si inserisce la nuova teoria. La coincidenza geografica e tematica con il contenuto del file scoperto da Chiara rende l’ipotesi quantomeno degna di approfondimento.

Il ruolo di Andrea Sempio nella nuova indagine

Andrea Sempio, amico stretto di Chiara, è tornato sotto i riflettori dopo la riapertura del caso. La sua posizione non è mai stata completamente chiarita, e la nuova indagine punta a verificare se ci siano elementi che lo colleghino al contenuto della chiavetta o ad altri dettagli rimasti oscuri.

La difesa di Sempio, sempre guidata da Lovati, ha sottolineato come alcuni indizi siano stati trascurati negli anni. Tra questi, oltre alla pendrive, vi è anche la mancanza di un movente solido per l’omicidio attribuito ad Alberto Stasi. Secondo questa linea difensiva, il vero movente potrebbe essere legato a qualcosa di molto più grande: la volontà di mettere a tacere Chiara prima che potesse rivelare ciò che sapeva.

C’è una rete criminale dietro l’omicidio?

Lovati ha dichiarato pubblicamente che non si può escludere il coinvolgimento di un’organizzazione criminale dietro l’omicidio della giovane. Una rete che avrebbe agito nell’ombra per proteggere i propri membri e i propri segreti, forse utilizzando la violenza come mezzo per impedire che verità scomode venissero a galla.

Anche se, al momento, non esistono prove concrete a sostegno di questa teoria, l’avvocato ritiene fondamentale continuare a indagare in questa direzione. Gli elementi raccolti potrebbero sembrare deboli singolarmente, ma potrebbero costituire un mosaico coerente se analizzati nel loro insieme.

Nessuna prova definitiva, ma molti dubbi aperti

Va chiarito che, a oggi, non è stato dimostrato alcun legame diretto tra il file presente nella chiavetta USB e l’omicidio di Chiara Poggi. Le teorie formulate rimangono speculazioni, non suffragate da evidenze giudiziarie inconfutabili.

Tuttavia, la semplice esistenza del documento, unita alla sua natura estremamente delicata e alla tempistica con cui è stato creato, continua a sollevare interrogativi. È plausibile che Chiara avesse scoperto qualcosa di troppo? E, se sì, chi avrebbe avuto interesse a fermarla?

Una possibile revisione del processo?

La scoperta del file e le nuove teorie hanno portato alla riapertura di un fascicolo investigativo, con l’obiettivo di verificare se esistano elementi nuovi che possano dare una svolta al caso. Se emergessero prove concrete, non si esclude una revisione del processo che ha portato alla condanna di Alberto Stasi.

La possibilità di un errore giudiziario, in presenza di nuove piste credibili, sarebbe un evento clamoroso nella giustizia italiana. Tuttavia, la strada per arrivare a una verità definitiva appare ancora lunga e complessa.

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