sabato, Giugno 14

“Due cose non tornano”. Garlasco, ricreata la scena del delitto di Chiara: la scoperta dei Ris

Questa nuova analisi non si limita solo alla distribuzione delle macchie di sangue sulle pareti e sul pavimento, ma comprende anche ogni possibile novità emersa negli anni, inclusi sviluppi recenti come la cosiddetta “papillare 33”, un’impronta di palmo individuata sul muro della scala che porta alla cantina, dove fu trovato il corpo di Chiara.

La misteriosa impronta del palmo: la “papillare 33”

Una delle scoperte più rilevanti riguarda proprio la “papillare 33”, una traccia lasciata presumibilmente da una mano, situata su una parete della scala. Secondo una recente perizia dattiloscopica, quest’impronta sarebbe riconducibile ad Andrea Sempio, individuato come persona coinvolta nell’inchiesta.

La collocazione precisa di questa impronta è ora sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Se venisse confermato che la traccia è stata lasciata da qualcuno affacciato sulla scala oppure da una persona che stava scendendo alcuni gradini, si potrebbero ottenere indizi cruciali sul ruolo che tale soggetto potrebbe aver avuto nel delitto.

Nuove analisi sulle “para-adesive” e rilievi aggiornati

Parallelamente alla mappatura 3D, verranno esaminati anche altri reperti già noti ma mai del tutto chiariti. Tra questi figurano le cosiddette “para-adesive”, delle strisce utilizzate in fase di rilievo per raccogliere materiale biologico dalle superfici della scena del crimine. Il nuovo accertamento punta a identificare eventuali tracce di DNA che potrebbero essere state ignorate in passato.

I rilievi attualmente in corso sono diretti dal RACIS (Reparto Analisi Criminologiche) dei Carabinieri, con la collaborazione del comandante Andrea Berti del RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Cagliari. Grazie al lavoro sinergico tra le varie forze dell’ordine, sarà possibile integrare al modello 3D anche le fotografie originali scattate durante i primi sopralluoghi del 2007.

Ricostruzione della dinamica attraverso l’analisi delle tracce di sangue

La Bloodstain Pattern Analysis (BPA), ovvero lo studio delle macchie di sangue, gioca un ruolo chiave in questa nuova fase investigativa. In assenza di testimoni oculari, è proprio il sangue a raccontare la sequenza degli eventi. Gli esperti analizzano posizione, forma e distribuzione delle gocce ematiche per ricostruire il comportamento dell’aggressore e della vittima.

Secondo una ricostruzione effettuata il 12 dicembre 2007 dal RIS di Parma, Chiara sarebbe stata colpita inizialmente nel soggiorno, in prossimità della scala che conduce al primo piano. L’arma usata, priva di manico, ha provocato delle macchie di “cast-off” piuttosto limitate, elemento che suggerisce una serie di colpi rapidi e ravvicinati.

Un’aggressione in più fasi

Successivamente, il corpo della ragazza sarebbe stato trascinato per i piedi fino al corridoio, dove si sarebbe verificata una seconda aggressione, questa volta nei pressi del tavolino del telefono. In questa fase, la vittima potrebbe aver reagito, ricevendo ulteriori colpi. Infine, il cadavere è stato sollevato e gettato lungo le scale che portano alla cantina, luogo in cui si sarebbe consumata la parte finale dell’omicidio.

Questa ricostruzione viene ora riesaminata alla luce delle nuove tecnologie e delle nuove prove. Ogni dettaglio, anche quello che in passato poteva sembrare marginale, potrebbe ora assumere un significato decisivo.

Due anomalie ancora da chiarire

Tuttavia, non tutto torna. Gli esperti hanno rilevato due aspetti critici che ancora oggi rimangono senza una spiegazione definitiva. Il primo riguarda tre piccole gocce di sangue rinvenute di fronte al divano del soggiorno. La loro posizione non combacia con le fasi principali dell’aggressione, il che lascia ipotizzare che possano essere collegate a un momento iniziale e ancora oscuro dell’attacco.

Il secondo elemento sospetto è una traccia ematica trovata sulla parete, tra il terzo e il quarto gradino della scala che conduce alla cantina. Questo indizio potrebbe indicare che la vittima abbia subito un ulteriore colpo letale mentre veniva seguita dall’aggressore lungo le scale. Se questa ipotesi fosse confermata, si aggiungerebbe un’ulteriore fase al già complesso scenario dell’omicidio.

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