L’intervento di Elodie a Propaganda Live ha riaperto un dibattito che va oltre la musica, toccando politica, identità e generazioni. Ospite di Diego Bianchi, la cantante non ha evitato le domande più dirette e ha confermato le posizioni espresse un anno fa: «Non voterei la Meloni nemmeno se mi tagliassero un braccio». Una frase che aveva segnato l’opinione pubblica e che l’artista ribadisce senza esitazioni.

Le parole su Meloni e la stoccata al Pd
Alla domanda se qualcosa fosse cambiato in un anno, la risposta è stata immediata: «Niente. Se cambiassi idea in un anno sarebbe grave». Elodie ha poi preso le distanze anche dal Partito Democratico e dalla sua segretaria Elly Schlein, spiegando che non si sente rappresentata: «C’è una grande carenza di personalità. Non mi interessano molto da entrambe le parti. Non ho mai votato per il Pd, ci tengo a sottolinearlo».
L’artista ha aggiunto che non esistono solo due poli politici e che oggi guarda anche a formazioni più piccole, giudicate più vicine alla sensibilità delle nuove generazioni.
Le nuove generazioni e il cambiamento politico
Per Elodie, il cambiamento è inevitabile e parte soprattutto dai più giovani. La cantante ha parlato di un quadro politico che, secondo lei, vive una fase di transizione, con una crescente richiesta di autenticità e figure capaci di parlare a un pubblico diverso da quello tradizionale.
Il suo intervento non vuole essere un endorsement, ma la fotografia di una distanza tra mondo artistico, giovani e politica istituzionale.
Il caso del telefonino a Messina: «Mi sono innervosita»
Nel corso dell’intervista, Elodie è tornata anche sull’episodio avvenuto durante un concerto a Messina, dove aveva fatto cadere il cellulare di un cronista troppo vicino al palco. «Stavo ballando dentro una vasca con poca acqua. Davanti c’erano fotografi professionisti, dietro persone con il telefono. Se arrivi a un centimetro mi togli la concentrazione. Sono fatta di carne», ha spiegato.
La cantante ha aggiunto che la reazione è stata istintiva e non isolata: «Quando facevo la cubista, con un calcetto ho buttato via il telefonino di un ragazzo». Un modo per raccontare la dimensione fisica del lavoro sul palco e la difficoltà di gestire spazi invasi dai dispositivi.
Un discorso che divide: tra identità personale e ruolo pubblico
L’intervista ha generato immediate reazioni sui social, tra chi applaude la sincerità dell’artista e chi critica l’ingerenza del mondo dello spettacolo nel dibattito politico. Elodie, però, sembra consapevole del suo ruolo pubblico e non arretra sulle sue convinzioni, delineando un rapporto diretto e non filtrato con il pubblico.
Le sue parole confermano una figura che non teme di esporsi, mettendo insieme estetica, politica e vita quotidiana in un modo che continua a generare discussione.

















