Il recente ricovero di Emma Bonino ha riportato l’attenzione su una patologia complessa e aggressiva: il microcitoma polmonare, noto anche come small cell lung cancer (SCLC). La leader radicale aveva ricevuto questa diagnosi nel 2015, affrontando un percorso terapeutico impegnativo che aveva portato a una remissione annunciata nel 2023, ma la storia clinica degli anni successivi ha ricordato che il decorso di questo tipo di tumore richiede un monitoraggio costante.
La vicenda personale della Bonino diventa anche un’occasione per comprendere meglio una malattia che, pur meno diffusa rispetto ad altre forme di tumore polmonare, rimane una delle più aggressive e difficili da trattare. Informazione, prevenzione e diagnosi precoce restano strumenti fondamentali per ridurre la mortalità.

I numeri del tumore al polmone in Italia
Secondo i dati più recenti dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, nel 2024 in Italia si stimano oltre 44 mila nuove diagnosi di tumore del polmone. Gli uomini restano la categoria più colpita, ma il numero di casi nelle donne continua ad aumentare. Il fumo di sigaretta è ancora il principale fattore di rischio, seguito da inquinamento, esposizione professionale a sostanze tossiche e, in misura minore, predisposizione genetica.
Emma Bonino, cos’è il microcitoma polmonare

Il microcitoma è una forma relativamente rara di tumore polmonare, rappresentando circa il 10-15% dei casi. Si distingue per la crescita molto rapida e l’elevata capacità di formare metastasi precoci in organi come cervello, fegato e ossa. Al microscopio, le cellule appaiono piccole e compatte, da cui deriva il nome della malattia.
Proprio a causa della sua aggressività, il microcitoma viene spesso diagnosticato in fase avanzata, quando i sintomi diventano più evidenti o quando la malattia ha già iniziato a diffondersi.
I sintomi: quali segnali devono allarmare
I sintomi iniziali possono essere poco specifici, motivo per cui molte persone non si rivolgono subito a un medico. Tra i segnali più comuni:
- tosse persistente o modificata nel tempo
- fiato corto o difficoltà respiratoria
- dolore toracico o senso di oppressione
- stanchezza ingiustificata
- perdita di peso non spiegata
- presenza di sangue nell’espettorato
- gonfiore di volto o collo
- raucedine duratura
Questi sintomi possono essere confusi con bronchiti, infezioni o altre patologie polmonari, motivo per cui una diagnosi tempestiva richiede sempre l’attenzione di un medico, soprattutto in presenza di fattori di rischio come il fumo.
La diagnosi e perché è così difficile individuarlo presto
Il microcitoma tende a diffondersi rapidamente, rendendo la diagnosi precoce particolarmente complessa. Gli esami principali includono:
- TAC torace per individuare la massa
- PET per identificare eventuali metastasi
- biopsia per confermare il tipo di tumore
Poiché i sintomi iniziali sono vaghi, molti pazienti scoprono la malattia quando lo stadio è già avanzato. In questi casi, il trattamento si concentra sul contenimento della crescita tumorale e sul miglioramento della qualità di vita.
Terapie disponibili oggi
Per il microcitoma, la terapia principale rimane la chemioterapia, spesso abbinata alla radioterapia toracica. Negli ultimi anni l’introduzione dell’immunoterapia ha migliorato significativamente la sopravvivenza in alcuni pazienti, stimolando il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
In casi selezionati, viene utilizzata anche la radioterapia preventiva al cervello, per limitare il rischio di metastasi cerebrali, frequenti in questa forma tumorale.
La chirurgia è raramente un’opzione, poiché il microcitoma viene quasi sempre scoperto in fase avanzata.
Il test del “naso elettronico”: una nuova frontiera per la diagnosi precoce
Oltre agli strumenti diagnostici tradizionali, la ricerca sta sperimentando nuove tecnologie come l’e-nose o “naso elettronico”, un dispositivo in grado di analizzare l’aria espirata e individuare composti chimici volatili (VOCs) associati alla presenza di tumori. Gli studi mostrano un’accuratezza dell’80-90%, con potenziale applicazione in programmi di screening non invasivi e su larga scala.
Prevenzione: la prima vera arma contro il tumore al polmone
Ridurre i rischi modificabili resta il primo strumento di difesa. Smettere di fumare, evitare l’esposizione al fumo passivo, ridurre i livelli di inquinamento indoor (come il radon), adottare uno stile di vita sano e sottoporsi a controlli medici regolari — soprattutto per i soggetti a rischio — sono passi fondamentali.
La storia di Emma Bonino sottolinea quanto la diagnosi precoce, le terapie adeguate e il monitoraggio continuo possano offrire risultati importanti anche contro una malattia complessa come il microcitoma polmonare.















