lunedì, Marzo 3

Francesco Schettino, la richiesta direttamente dal carcere: la decisione a breve

Schettino venne arrestato pochi giorni dopo il disastro, il 16 gennaio 2012, e inizialmente fu detenuto in carcere, per poi essere posto agli arresti domiciliari. Il suo processo si concluse con una condanna definitiva a 16 anni di reclusione nel maggio 2017, sentenza confermata dalla Corte di Cassazione. L’ex comandante fu riconosciuto colpevole per il suo comportamento negligente e per l’abbandono prematuro della nave, aggravato dalla celebre telefonata con il capitano della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio De Falco, che lo incalzava con l’ormai noto ordine: “Torni a bordo, c***o!”.

Dall’arresto alla reclusione nel carcere di Rebibbia

Dopo la condanna definitiva, il 13 maggio 2017 Schettino venne trasferito nel carcere di Rebibbia, a Roma. Da allora ha mantenuto una condotta esemplare, che gli ha permesso di usufruire di alcuni benefici penitenziari, tra cui permessi premio e un incarico di lavoro all’interno della struttura. Dal 2020, inoltre, ha contribuito alla digitalizzazione di alcuni processi giudiziari, dimostrando un impegno costante e rispettoso delle regole della detenzione.

 

Questa condotta positiva ha spinto il suo avvocato, Paola Astarita, a presentare la richiesta di semilibertà, motivandola con il diritto dell’assistito di accedere a misure alternative alla detenzione piena. Secondo la normativa italiana, infatti, i detenuti che hanno scontato almeno la metà della pena possono fare richiesta per un regime di detenzione meno severo, a patto che abbiano dimostrato un comportamento corretto e un concreto percorso di rieducazione.

Le udienze per la semilibertà e la decisione imminente

La richiesta di Schettino per la semilibertà è stata oggetto di quattro udienze, tutte rinviate per ulteriori approfondimenti da parte dei giudici. Il 4 marzo 2024, finalmente, il tribunale di Sorveglianza di Roma emetterà il verdetto definitivo sulla questione. Se la misura venisse accolta, l’ex comandante potrebbe iniziare un nuovo capitolo della sua vita, lavorando all’esterno durante il giorno e rientrando in carcere per la notte.

Il legale di Schettino ha espresso fiducia nell’esito della decisione, sottolineando come il diritto debba prevalere su qualsiasi giudizio morale. “Mi auguro che vinca non il mio assistito, ma il diritto”, ha dichiarato Paola Astarita all’ANSA, ribadendo la legittimità della richiesta avanzata.

Le reazioni dell’opinione pubblica e il peso della memoria

La richiesta di semilibertà di Schettino ha suscitato reazioni contrastanti. Molti familiari delle vittime e cittadini comuni ritengono che la condanna di 16 anni sia stata fin troppo lieve per la gravità dei fatti, e che l’ex comandante non meriti alcuna forma di agevolazione penitenziaria. Altri, invece, sottolineano che la legge prevede percorsi di reinserimento per tutti i detenuti e che, se Schettino ha rispettato le regole del carcere e dimostrato segni di riabilitazione, ha diritto a essere trattato come qualsiasi altro detenuto.

La tragedia della Costa Concordia rimane una ferita aperta per molte persone, soprattutto per chi ha perso i propri cari in quella notte drammatica. Il naufragio fu un evento scioccante non solo per l’Italia, ma per l’intera comunità internazionale, anche a causa delle immagini impressionanti della nave inclinata e delle testimonianze dei sopravvissuti.

Cosa succede se la semilibertà viene concessa?

Se il tribunale di Sorveglianza di Roma accoglierà la richiesta di Schettino, l’ex comandante potrà beneficiare di un regime che gli consentirà di lavorare all’esterno durante il giorno. Tuttavia, rimarranno in vigore rigide regole di sorveglianza e obblighi specifici. Il suo comportamento sarà attentamente monitorato e qualsiasi violazione delle condizioni stabilite potrebbe comportare la revoca immediata della misura e il ritorno alla detenzione completa.

Il futuro di Francesco Schettino

Dopo otto anni trascorsi in carcere, il futuro di Francesco Schettino dipenderà dalla decisione del tribunale. Se la semilibertà verrà concessa, il percorso di reinserimento sociale dell’ex comandante sarà osservato con grande attenzione, sia dall’opinione pubblica che dalle istituzioni.

Al di là degli aspetti giuridici, la sua figura resta legata in modo indissolubile alla tragedia della Costa Concordia, un evento che ha segnato profondamente la storia marittima italiana e internazionale. La decisione del 4 marzo rappresenta dunque non solo un passaggio fondamentale per il suo destino personale, ma anche un momento di riflessione collettiva sulla giustizia, la riabilitazione e la memoria delle vittime del naufragio.

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