sabato, Giugno 7

Funerali di Martina Carbonaro ad Afragola: grida di giustizia e rabbia contro l’ex

“È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un’educazione che ha fallito, di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole.”

Il prelato ha lanciato un monito ai giovani:

“Chi pensa che amare significhi possedere, che reagisce con rabbia a un rifiuto, deve essere aiutato. Stanate quei pensieri distorti. Chiedete aiuto prima che sia troppo tardi.”

“Non affidate ai social le vostre emozioni. Cercate occhi e mani vere”

L’arcivescovo ha concluso il suo intervento parlando direttamente ai ragazzi presenti in chiesa e fuori:

“Le emozioni hanno bisogno di spazi veri, non bastano post o storie per guarire un cuore spezzato. Cercate il coraggio di fidarvi di chi vi ascolta davvero. C’è una rete viva, più forte di qualsiasi connessione digitale.”

Una giornata di dolore ma anche di parole nette e necessarie, che lasciano un segno indelebile in una comunità ferita, ma determinata a trasformare la tragedia di Martina in un impegno collettivo contro la violenza di genere.

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