venerdì, Giugno 6

“L’Italia no!”. Giorgia Meloni esclusa dal vertice: cos’è successo

Gli Stati Uniti non inviano una delegazione ufficiale

Una delle sorprese di questo secondo ciclo negoziale è l’assenza formale degli Stati Uniti. Secondo quanto riportato da The Atlantic, Washington non parteciperà con una delegazione ufficiale, contrariamente a quanto avvenuto in precedenti occasioni.

 

Tuttavia, alcuni funzionari americani saranno comunque presenti, tra cui l’inviato speciale Keith Kellogg. A lui si affiancheranno i consiglieri per la sicurezza nazionale di Germania, Francia e Regno Unito, noti come “E3”. Questo gruppo avrà un ruolo centrale nella definizione della strategia occidentale durante il summit.

 

Germania, Francia e Regno Unito presenti: Italia esclusa

L’assenza più vistosa, però, è quella dell’Italia. Nessun rappresentante del governo italiano è stato invitato ufficialmente a partecipare ai colloqui di Istanbul. Una decisione che lascia l’amaro in bocca e solleva polemiche politiche interne.

 

Il fatto che i principali Paesi europei – Francia, Germania e Regno Unito – siano invece coinvolti, rende l’esclusione italiana ancora più significativa. Keith Kellogg ha confermato che gli “E3” hanno contribuito attivamente alla definizione dei contenuti del documento negoziale da proporre a Kiev. “A Londra ci hanno aiutato a definire le condizioni”, ha dichiarato.

 

Una marginalizzazione preoccupante per l’Italia

L’esclusione dell’Italia da un evento di tale rilevanza internazionale mette in discussione il peso diplomatico del nostro Paese in ambito europeo. Gli analisti parlano di un segnale preoccupante che potrebbe indicare una marginalizzazione crescente dell’Italia nelle principali scelte di politica estera.

 

Non è la prima volta che Roma viene lasciata fuori da tavoli decisivi. La mancata partecipazione al vertice di Istanbul rappresenta un ulteriore campanello d’allarme per la politica estera italiana e per il governo guidato da Giorgia Meloni, che punta a rafforzare il ruolo del Paese a livello internazionale.

 

Un vertice carico di incognite

Il summit del 2 giugno si presenta dunque come un appuntamento diplomatico denso di aspettative, ma anche di incognite. Le condizioni poste dalla Russia, la scarsa fiducia dell’Ucraina, la partecipazione parziale degli Stati Uniti e l’esclusione dell’Italia creano un quadro complesso e poco favorevole.

 

Molti osservatori temono che anche questo round negoziale possa concludersi senza progressi concreti, trasformandosi in una vetrina diplomatica priva di sostanza. Il rischio è che, ancora una volta, le speranze di pace vengano rinviate, lasciando spazio a una guerra destinata a protrarsi ancora a lungo.

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