martedì, Agosto 26

Scontro politico dopo lo sbarco a Trapani: Ilaria Salis difende la Ong Mediterranea

La sfida della Ong Mediterranea

Nuova polemica sull’immigrazione dopo lo sbarco avvenuto a Trapani da parte della nave Mediterranea di Mediterranea Saving Humans. L’imbarcazione, guidata dal comandante e dal capo missione della Ong, ha deciso di non rispettare l’ordine delle autorità italiane che avevano assegnato come porto di sbarco Genova. Dopo aver soccorso dieci migranti, la nave ha invece puntato direttamente verso Trapani, dove i naufraghi sono stati fatti scendere senza autorizzazione. Un gesto che ha portato le autorità ad applicare il fermo amministrativo previsto dal decreto Piantedosi, con una possibile sanzione fino a 10mila euro.

La difesa della Ong

Secondo Mediterranea, la scelta è stata dettata dalle condizioni del mare e dalla necessità di garantire cure ai migranti a bordo. “Bloccare una nave pronta a soccorrere è un provvedimento osceno, una vendetta politica”, ha scritto l’organizzazione in una nota, ricordando le tragedie degli ultimi naufragi nel Mediterraneo.

Le parole di Ilaria Salis

A sostenere apertamente la Ong è stata Ilaria Salis, europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, che sui social ha parlato di “atto di viltà fascista” da parte del governo. “L’assegnazione di porti inutilmente lontani infligge dolore insensato e copre di vergogna l’Italia intera. Ben ha fatto Mediterranea a non obbedire. Che sia d’esempio”, ha scritto la deputata europea.

Il sostegno della sinistra

Non solo Salis. Anche Nicola Fratoianni ha ringraziato pubblicamente l’equipaggio per aver “evitato un’inutile traversata di quattro giorni fino a Genova”. Dalla Toscana sono arrivate dichiarazioni di solidarietà da parte di Monia Monni, assessore alla Protezione civile, e di Serena Spinelli, assessore alle Politiche sociali, che in una nota hanno ribadito: “La vera sicurezza non si costruisce respingendo, ma salvando, garantendo diritti e umanità”.

La posizione del governo

Le autorità sottolineano però che la Mediterranea, lunga 54 metri e dotata di presidio medico di emergenza, viaggiava con appena dieci migranti a bordo, ben al di sotto della sua capienza massima di 33 persone. Una condizione che, secondo il Viminale, avrebbe permesso di proseguire fino a Genova senza rischi. La vicenda riapre così lo scontro politico sulle Ong e sulle regole imposte dal decreto Piantedosi, tra chi accusa la Ong di disobbedienza deliberata e chi la difende come esempio di umanità.

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