venerdì, Ottobre 18

Neonati sepolti: l’avvocato di Chiara Petrolini rompe il silenzio

Dopo l’intervento dei soccorsi, un secondo corpo di neonato è stato rinvenuto nello stesso giardino: la giovane aveva dato alla luce un altro bambino a maggio dello stesso anno, ripetendo lo stesso drammatico copione.

La scoperta ha portato all’arresto di Chiara Petrolini, che si trova ora agli arresti domiciliari. Tuttavia, il suo futuro giudiziario è ancora incerto: la Procura di Parma ha infatti presentato appello contro la decisione del Giudice per le indagini preliminari (GIP) di concedere alla ragazza i domiciliari, chiedendo invece che venga applicata la misura del carcere. Una decisione che potrebbe cambiare la vita della giovane e influire notevolmente sull’andamento del processo.

Il confronto tra accusa e difesa davanti ai giudici

L’udienza presso il Tribunale del Riesame di Bologna si è tenuta a porte chiuse. Chiara non ha partecipato all’incontro e, per il momento, ha deciso di avvalersi del diritto di non rispondere nelle ultime due sessioni di interrogatorio. In aula, il suo avvocato difensore, Nicola Tria, ha rappresentato le ragioni della difesa, mentre la Pubblica Ministera (PM) Francesca Arienti ha sostenuto la posizione della Procura di Parma.

La Procura ritiene che la misura degli arresti domiciliari sia insufficiente per una situazione così grave. La PM ha sottolineato che i genitori di Chiara, nonostante la convivenza sotto lo stesso tetto, non si sono mai accorti di nulla. Questa mancanza di consapevolezza è per la Procura un elemento critico, suggerendo che la famiglia non possa offrire un contesto adeguato per garantire il controllo necessario. L’accusa teme inoltre che la permanenza di Chiara in casa possa rappresentare un rischio, anche in termini di sicurezza e possibilità di reiterazione di comportamenti illeciti.

La posizione della difesa: le parole dell’avvocato Nicola Tria

L’avvocato Nicola Tria ha risposto con fermezza alle argomentazioni della Procura, evidenziando che non solo i genitori di Chiara, ma tutto il contesto sociale che la circondava, non si era reso conto di quanto stesse accadendo. Secondo Tria, questo elemento è fondamentale per comprendere la situazione di Chiara e valutare la misura cautelare più idonea. “Il mondo intorno a Chiara non si è accorto di nulla. Dobbiamo distinguere tra il periodo prima e dopo la scoperta di questa vicenda”, ha dichiarato il legale, aggiungendo che la famiglia ha riorganizzato la propria vita alla luce di quanto emerso, e ha adattato il proprio comportamento in funzione delle nuove consapevolezze e delle esigenze legate alla custodia cautelare.

Inoltre, l’avvocato ha sottolineato che, secondo la Procura e il GIP, non sono mai stati ipotizzati né il rischio di inquinamento probatorio, né il pericolo di fuga da parte della ragazza. Questo è un aspetto cruciale, secondo la difesa, per determinare se il carcere sia realmente necessario. Tria ritiene che il rischio di reiterazione dei reati debba essere valutato in relazione alla specificità dei fatti: “Se il rischio riguarda la possibilità di commettere reati dello stesso tipo, esso va considerato solo in relazione a nuove gravidanze o al rapporto tra madre e neonato. In tale contesto, gli arresti domiciliari rappresentano, a mio avviso, la misura più adeguata.”

Valutazioni sul futuro di Chiara Petrolini

Il caso di Chiara Petrolini è complesso e si inserisce in un contesto giuridico e umano particolarmente delicato. Da un lato, la Procura insiste sulla necessità di un provvedimento più restrittivo, in considerazione della gravità delle accuse e delle circostanze che hanno portato alla morte dei due neonati. Dall’altro, la difesa sottolinea la mancanza di prove riguardo a un possibile rischio di fuga o di inquinamento delle prove, e considera eccessiva la richiesta di incarcerazione.

Il legale di Chiara, Nicola Tria, ha ribadito che la giovane non ha mai mostrato segni di aggressività o comportamenti violenti, né prima né dopo l’arresto. Questo aspetto, secondo la difesa, è un ulteriore elemento che giustifica la scelta degli arresti domiciliari, in quanto misura più proporzionata alla situazione. “Chiara ha mostrato un atteggiamento collaborativo con le autorità e ha accettato la misura restrittiva dei domiciliari”, ha dichiarato Tria, sottolineando l’impegno della ragazza nel rispettare le disposizioni legali.

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