Secondo le prime ricostruzioni, avrebbe ingerito un mix di alcol e pillole in quello che appare come un gesto autolesionistico, conseguenza diretta del crollo psicologico avvenuto dopo giorni di esposizione mediatica, insulti e minacce ricevute sui social.
L’uomo, residente a Marigliano, aveva rimosso il post incriminato poche ore dopo la pubblicazione e si era scusato pubblicamente, dichiarando di non aver scritto il messaggio personalmente ma di aver usato un sistema di intelligenza artificiale per generarlo. Una tesi che non ha convinto l’opinione pubblica né gli investigatori.
Indagini in corso: giudiziaria e disciplinare
Attualmente Addeo è al centro di un doppio filone di inchiesta. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per verificare eventuali reati legati all’incitamento all’odio e alla diffamazione, mentre il Ministero dell’Istruzione ha avviato un’istruttoria interna per valutare le sanzioni disciplinari a carico del docente. Secondo quanto trapela, Valditara sarebbe orientato a chiedere la massima severità, anche per dare un segnale al mondo della scuola.
Il crollo di un uomo: “Mi mancano due anni alla pensione”
Addeo aveva espresso più volte, nelle interviste successive al caso, il timore di perdere il lavoro a pochi anni dalla pensione. Aveva raccontato di essere amato dagli studenti, di fare volontariato negli ospedali e di occuparsi di animali abbandonati. Ma le sue parole non sono bastate a frenare la valanga d’odio che si è abbattuta su di lui, fino al punto di rottura mentale e fisica.
Le prossime ore decisive: condizioni stabili ma critiche
Fonti ospedaliere parlano di condizioni stabili ma serie. Il professore è monitorato costantemente e al momento non sarebbe in pericolo di vita. Tuttavia, le prossime ore saranno cruciali per valutare gli effetti dell’intossicazione.