Questo implica un aumento significativo del numero di persone pronte a combattere, ma anche un rafforzamento delle riserve militari, dei cadetti e delle strutture civili di supporto.
Scuola, giovani e industria della difesa
Un passaggio particolarmente delicato del discorso riguarda il ruolo dell’istruzione e delle famiglie. Knighton ha invitato scuole e genitori a incoraggiare bambini e giovani adulti a intraprendere carriere nel settore della difesa, definito strategico per la sopravvivenza del Paese.
Il generale ha inoltre criticato la lentezza degli investimenti privati nell’industria bellica, sottolineando la necessità di accelerare lo sviluppo industriale per sostenere una possibile economia di guerra.
Il prezzo della pace
Nonostante i toni duri, Knighton ha ribadito che l’obiettivo primario del Regno Unito resta quello di evitare la guerra. Tuttavia, ha avvertito che «il prezzo per mantenere la pace sta aumentando».
Secondo il capo militare, se la società e i decisori politici non comprendono appieno i rischi attuali, non saranno disposti a sostenere i sacrifici necessari per garantire la sicurezza nazionale. Ed è proprio questo, secondo Londra, il nodo centrale della deterrenza.
Le reazioni in Europa e lo scontro verbale con Mosca
L’allarme lanciato dal Regno Unito trova eco in altre capitali europee. Il dibattito su un possibile conflitto diretto tra NATO e Russia si sta intensificando, alimentato anche da dichiarazioni provocatorie e risposte sempre più dure da parte di Mosca.
Un esempio recente arriva dal Belgio, dove una presa di posizione della stampa sull’eventualità di una risposta NATO a un attacco russo ha scatenato una reazione immediata di Dmitry Medvedev, contribuendo ad alzare ulteriormente il livello dello scontro verbale.
Il messaggio che arriva da Londra è chiaro: l’Europa sta entrando in una nuova fase storica, in cui la guerra non è più solo un’ipotesi lontana, ma una possibilità da cui difendersi con lucidità, preparazione e consapevolezza collettiva.



















