Bruxelles Appoggia la Missione ma Ricorda i Limiti
A fare da cornice a questo botta e risposta interno al governo, c’è anche il richiamo dell’Unione Europea alle proprie prerogative in materia di politica commerciale. La Commissione UE, attraverso una sua portavoce, ha ricordato che i negoziati su accordi commerciali internazionali rientrano nella competenza esclusiva dell’Unione, come stabilito dai trattati. Tuttavia, ha anche specificato che la presidente Ursula von der Leyen è in contatto regolare con Giorgia Meloni e ha accolto positivamente l’incontro con gli Stati Uniti, definendolo un’opportunità di dialogo benvenuta.
Queste dichiarazioni rappresentano un chiaro messaggio: Meloni ha piena legittimità a dialogare con Washington, ma ogni eventuale proposta commerciale dovrà poi essere discussa e approvata a livello europeo. L’equilibrio, insomma, resta delicato.
Il Dossier Difesa: Il 2% del PIL da Destinare alle Spese Militari
Un altro tema destinato a far discutere durante il vertice tra Meloni e Trump riguarda l’impegno italiano a portare le spese per la difesa al 2% del Prodotto Interno Lordo, in linea con quanto richiesto dalla NATO e da tempo auspicato dagli Stati Uniti. Secondo indiscrezioni riportate da Il Fatto Quotidiano, la premier sarebbe pronta a presentare ufficialmente questo impegno alla Casa Bianca.
Questa decisione, tuttavia, non è priva di ostacoli. Non solo dovrà ottenere l’approvazione del Consiglio dei ministri – con un passaggio previsto per il mese di maggio – ma dovrà anche essere ratificata in Parlamento, dove richiederà una maggioranza assoluta per lo scostamento di bilancio necessario a finanziare l’aumento delle spese militari.
Anche su questo punto, Matteo Salvini appare piuttosto critico. Il leader della Lega, da sempre più attento alle tematiche sociali ed economiche interne rispetto alle questioni internazionali, teme che un aumento delle spese militari possa gravare eccessivamente sulle casse dello Stato e sottrarre risorse a settori cruciali come sanità, infrastrutture e welfare.
Una Coalizione in Equilibrio Precario
Quello che sta emergendo in questi giorni è un quadro di forte tensione e di visioni contrapposte all’interno della maggioranza di governo. Da una parte c’è l’approccio sovranista e pragmatico di Salvini, che guarda con favore a Trump ma chiede di difendere gli interessi economici nazionali. Dall’altra parte troviamo Tajani, figura istituzionale e europeista, pronto a difendere l’unità dell’Unione e la centralità del dialogo multilaterale.
Giorgia Meloni si trova così in una posizione di equilibrio tutt’altro che semplice. La premier dovrà riuscire a portare avanti il dialogo con gli Stati Uniti senza compromettere i rapporti con Bruxelles e, allo stesso tempo, tenere unita una coalizione che appare sempre più divisa su questioni fondamentali di politica estera.