Secondo le statistiche europee, la sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi supera il 90% nei pazienti con meningiomi benigni. Nonostante ciò, l’artista aveva raccontato di un peggioramento a partire dall’autunno 2024, che lo aveva costretto a usare stabilmente la sedia a rotelle dall’inizio del 2025.
La “Ferrari”: la carrozzina che non spegneva il suo sorriso
La carrozzina era diventata parte della sua quotidianità, e l’aveva ribattezzata con affetto “la Ferrari” per sdrammatizzare. «I medici mi hanno detto di non stare più in piedi per evitare fratture al bacino e al femore», aveva raccontato, spiegando come le metastasi avessero reso impossibile reggersi autonomamente.
Nonostante il dolore, l’ironia non lo aveva mai abbandonato. «Ora piango anche se vedo un film di Fantozzi», aveva confidato, sottolineando come la malattia lo avesse reso più sensibile e più vicino alle emozioni.
La forza della famiglia e l’ultima testimonianza
Giacobbe non aveva mai nascosto quale fosse la sua unica vera paura: «Dover lasciare le persone che amo». Al suo fianco c’erano sempre la moglie Marina Peroni, un amore lungo quindici anni, i due figli e i suoi nipoti, che descriveva come «una gioia immensa» e una ragione per continuare a lottare.
La sua storia clinica, raccontata con coraggio e lucidità, ha contribuito a sensibilizzare il pubblico su una malattia spesso poco conosciuta, mostrando come si possa convivere a lungo con un tumore pur affrontando momenti difficili e dolorosi.
L’eredità di una voce amatissima
Sandro Giacobbe lascia una testimonianza artistica e umana importante. La sua musica, la sua sincerità e la sua forza nell’affrontare la malattia resteranno parte del ricordo collettivo. La sua battaglia non è stata solo clinica, ma anche un messaggio di coraggio e resistenza per chi vive situazioni simili.
Una storia dolorosa, ma anche profondamente luminosa, che continua a dare valore al suo nome anche dopo l’ultimo saluto.



















