Porro ha sottolineato come l’opinione pubblica e i media abbiano rapidamente cambiato bersaglio, passando da Alberto Stasi a Sempio, senza considerare adeguatamente le prove.
Critica al sistema mediatico e giudiziario
Porro ha criticato l’atteggiamento dei media, accusandoli di seguire passivamente le indicazioni delle procure senza un’analisi critica. Ha evidenziato come, in passato, molti giornalisti fossero certi della colpevolezza di Stasi, e ora mostrino la stessa convinzione nei confronti di Sempio, basandosi su elementi come l’impronta trovata sulla scena del crimine.
Dubbi sull’efficacia delle nuove prove
Il giornalista ha citato Luciano Garofano, ex capo del RIS di Parma, che ha messo in discussione il valore probatorio dell’impronta attribuita a Sempio. Garofano ha affermato che tutte le impronte erano state analizzate e valutate dai magistrati all’epoca dei fatti, suggerendo che la nuova attenzione su Sempio potrebbe non essere giustificata.
La necessità di una confessione per una condanna
Porro ha concluso sottolineando che, dopo 18 anni, è difficile avere la certezza della colpevolezza di qualcuno senza una confessione. Ha espresso preoccupazione per il fatto che si possa commettere lo stesso errore fatto con Stasi, costruendo una narrativa colpevolista su Sempio senza prove concrete.
Riflessioni finali
Il caso Garlasco continua a suscitare dibattiti e polemiche. Le parole di Porro invitano a una riflessione più profonda sulla gestione mediatica e giudiziaria di casi complessi, sottolineando l’importanza di basarsi su prove solide piuttosto che su narrazioni costruite.