sabato, Giugno 7

Lettera del padre di Simone Leoni: “Vergognati, non sei degno di parlare di Vannacci”

 

Ha raccontato anche la quotidianità fatta di pericoli reali, la solidarietà tra soldati in una delle aree più instabili del pianeta. “Vannacci era lì, con noi. Era uno di quelli che partiva per le pattuglie a lungo raggio, rischiando la pelle ogni giorno”, scrive Leoni.

Parole dure e vibranti, che non nascondono l’amarezza per le accuse del figlio: “Hai detto cose false e gravi. Gli hai attribuito pensieri mai espressi, frasi mai dette né scritte. E tu lo sai bene”.

“Ripeti le bugie della sinistra, e lo fai con metodo”

Secondo il padre, il giovane esponente azzurro avrebbe ripetuto gli attacchi già smentiti da Vannacci e usati da una certa parte politica come arma di delegittimazione. “La miserabile sinistra ha provato più volte a colpirlo su questioni razziali, sessuali, sociali. È stato tutto smontato. E ora tu ripeti lo stesso schema. Sai che è falso, eppure lo fai”.

Il riferimento è soprattutto al presunto contenuto del libro di Vannacci, già al centro di polemiche mediatiche, e a una narrazione tossica che, secondo Silvio Leoni, “non regge più, ma continua ad essere riciclata da chi non ha altri argomenti”.

“Attribuire suicidi a Vannacci è un abisso morale”

Una delle parti più forti della lettera riguarda il tentativo, da parte di Simone Leoni, di associare le idee del generale alla responsabilità per alcuni suicidi tra i giovani. Per Silvio, questa è una “vergogna umana e politica”: “Semmai dovreste chiedervi dove eravate voi, quando il vostro amico si stava tormentando l’anima, senza essere capito o aiutato”.

“Atteggiamenti da campagna elettorale becera”, li definisce il padre, paragonandoli al comportamento di certi alleati traditori del passato: “Usate lo stesso metodo che distrusse Berlusconi. Ma ora siete voi a farlo, dall’interno”.

“Il coraggio non lo trovi nei post, ma sul campo”

Il finale della lettera è un crescendo emotivo e simbolico. Leoni non risparmia parole taglienti nei confronti del figlio: “Il coraggio non è quello che mostri nei post o nelle interviste. Il coraggio è quello che ha dimostrato Vannacci. Lui ha riportato a casa vivi i suoi uomini. E oggi rappresenta quei soldati che muoiono per l’esposizione all’uranio impoverito, mentre tu dormivi sereno”.

“Tu non sei degno”, ribadisce in chiusura, con una frase che pesa come un macigno politico e personale. “Tu non sei degno nemmeno di spolverare gli anfibi del generale Vannacci”.

Una frattura profonda tra due generazioni, due visioni del mondo e della politica. Ma anche il segnale che la figura di Roberto Vannacci continua a dividere, a suscitare polemiche e a spaccare persino le famiglie. E che il dibattito sul patriottismo, il coraggio e la verità è più acceso che mai.

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