sabato, Giugno 7

Simone Leoni risponde al padre: “Mi ha attaccato senza conoscermi. Lo perdono, ma io vado avanti da uomo libero”

Simone Leoni risponde al padre

Una frattura familiare che diventa scontro politico

. Il giovane segretario nazionale di Forza Italia Giovani, Simone Leoni, ha risposto con un post su Instagram alle durissime accuse del padre Silvio Leoni, che lo aveva attaccato pubblicamente dopo la sua presa di posizione contro Roberto Vannacci.

Silvio Leoni aveva definito le dichiarazioni del figlio un “accoltellamento alle spalle” nei confronti dell’alleato leghista, ma la risposta di Simone è glaciale, netta e intrisa di dolore personale trasformato in rivendicazione politica.

“Non provo rancore per un padre assente”

Il messaggio di Simone è affidato a un’immagine nera con testo bianco, pubblicata sui social, senza alcuna didascalia. Le parole sono scolpite come in una sentenza: «Pur avendo sofferto molto, ancora oggi non provo rancore per Silvio Leoni, con il quale non ho condiviso nulla dei miei 24 anni di vita».

Un’accusa silenziosa, che scava nel personale per giustificare anche la distanza politica e valoriale tra padre e figlio. Simone lo chiama per nome e cognome, come se si trattasse di uno sconosciuto, e conclude: «Lo perdono per avermi attaccato senza conoscere davvero me e i miei valori».

Valori controcorrente rispetto a Vannacci

Il giovane forzista non fa marcia indietro rispetto alla critica al generale Vannacci, anzi. Riafferma con forza le sue convinzioni: «Sono cresciuto senza di lui, ma con l’amore di una famiglia che mi ha voluto bene e che mi ha insegnato i valori cristiani del rispetto, della dignità e della centralità della persona».

Valori che Simone Leoni oppone apertamente a quelli incarnati da Vannacci, sottintendendo che la politica non può fondarsi su slogan divisivi o su un’idea muscolare della rappresentanza.

“Vado avanti a testa alta, da uomo libero”

Le ultime righe del post sono una dichiarazione d’indipendenza: «Vado avanti a testa alta, con la forza delle mie idee. Sempre da uomo libero». Una frase che sa di rottura definitiva, ma anche di emancipazione politica e personale.

Il giovane Leoni, classe 2000, non solo ha preso le distanze da Vannacci all’interno della coalizione di centrodestra, ma lo ha fatto pagando un prezzo personale alto: l’attacco del proprio padre. Eppure, oggi sceglie di non rispondere con odio, ma con fermezza e visione.

Una vicenda che intreccia famiglia, politica e identità, lasciando emergere una nuova generazione che vuole contare, anche a costo di tagliare i legami più profondi.

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