mercoledì, Giugno 25

“Ti ho visto farlo”: Meloni travolge Conte in Aula

La firma di Conte sugli impegni NATO: “Una firma è una firma”

Uno dei passaggi più critici dell’intervento della premier ha riguardato l’impegno italiano a portare le spese militari al 2% del PIL, in linea con quanto richiesto dalla NATO. Secondo Meloni, Giuseppe Conte, durante il suo mandato da presidente del Consiglio, aveva sottoscritto questo impegno salvo poi, successivamente, prenderne le distanze. “Conte ha firmato quell’impegno – ha dichiarato Meloni – ma ha pensato:Lo firmo, ma non lo rispetto’. Questo non è il mio modo di fare politica”.

La presidente ha proseguito sottolineando come tali ambiguità abbiano contribuito a far percepire l’Italia, per anni, come un partner internazionale poco affidabile. “Io sono convinta – ha detto – che sia giusto investire nella nostra sicurezza. Per questo non troverete polemiche da parte mia su questi impegni: li ritengo doverosi”.

Industria della Difesa: priorità alle imprese italiane ed europee

Nel corso del suo intervento, Giorgia Meloni ha spiegato che gli investimenti in materia di Difesa saranno orientati principalmente verso aziende italiane ed europee. Tuttavia, ha anche riconosciuto i limiti strutturali dell’industria bellica nazionale e continentale: “Dobbiamo essere onesti e chiederci quanto siano in grado di produrre le nostre aziende. Dove non sarà possibile, ci rivolgeremo ai nostri alleati”.

La presidente ha voluto sgombrare il campo da equivoci: investire nella difesa non significa voler intraprendere azioni offensive. Al contrario, ha sostenuto che una sicurezza solida rappresenta un elemento chiave per prevenire i conflitti e mantenere la pace. “Dotarsi di sistemi di sicurezza adeguati – ha spiegato – è la condizione essenziale per garantire stabilità”.

Una Difesa comune europea sì, ma integrata nella NATO

Meloni ha poi affrontato il dibattito sulla creazione di un sistema di difesa autonomo europeo, affermando con decisione che duplicare le strutture della NATO sarebbe un errore strategico. “Non ha senso creare un sistema parallelo alla NATO. Sarebbe solo una sovrapposizione inutile”, ha spiegato.

La premier ha invece auspicato una “colonna europea della NATO”, ovvero una maggiore cooperazione tra eserciti nazionali, mantenendo comunque il baricentro nell’Alleanza Atlantica. Secondo Meloni, la NATO rappresenta ancora oggi il perno della sicurezza del mondo occidentale, e ogni scelta in ambito di difesa deve restare compatibile con gli impegni internazionali presi.

Crisi in Medio Oriente: focus su Iran e Israele

Un altro tema affrontato dalla presidente del Consiglio ha riguardato la situazione geopolitica in Medio Oriente, con particolare riferimento alle tensioni tra Iran e Israele. Meloni ha espresso preoccupazione per la recente violazione della tregua da parte iraniana, sottolineando come questo possa portare a una reazione di Israele, si spera “simmetrica e proporzionata”.

Ha poi rivolto un appello all’Iran: “Se Teheran accettasse di rinunciare al proprio programma nucleare militare, libererebbe l’intera regione da una minaccia costante”. La premier ha aggiunto che la recente conferma da parte iraniana della volontà di mantenere la tregua potrebbe indicare una divisione interna da non sottovalutare.

Trump e la politica internazionale: “Non diamo colpe semplicistiche”

In chiusura del suo intervento, Giorgia Meloni ha preso le distanze da chi attribuisce all’ex presidente americano Donald Trump la responsabilità del caos internazionale. Pur senza esprimere un sostegno diretto, Meloni ha chiarito che “non si può dire che l’instabilità globale sia colpa esclusiva dell’amministrazione Trump”.

Questa affermazione ha il sapore di un richiamo alla prudenza e alla complessità delle dinamiche internazionali, che spesso sfuggono a letture troppo semplicistiche o ideologiche.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.