Le circostanze del ritrovamento, unite al contesto in cui è avvenuta la scomparsa, rendono tuttavia necessario approfondire ogni ipotesi. Gli inquirenti stanno lavorando senza sosta per ricostruire con precisione gli ultimi momenti di vita della donna e per chiarire se vi sia un collegamento diretto con l’aggressione avvenuta fuori dall’hotel Berna.
Il ruolo di Emanuele De Maria
Emanuele De Maria, il detenuto in permesso lavoro dal carcere di Bollate, è al centro di questa complessa vicenda. Sabato 10 maggio, proprio davanti all’hotel Berna, l’uomo ha accoltellato un collega, ferendolo gravemente. Dopo l’aggressione, è fuggito facendo perdere le proprie tracce.
La vittima dell’accoltellamento è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Niguarda, dove attualmente si trova ricoverata in terapia intensiva. Le sue condizioni sono critiche ma stabili. Gli investigatori attendono di poterlo interrogare non appena le sue condizioni lo permetteranno, nella speranza di ottenere informazioni utili per chiarire il movente del gesto e comprendere se vi sia un collegamento diretto con la morte di Chamila Wijesuriya.
Un intreccio inquietante: collegamenti da chiarire
Il fatto che Chamila e De Maria lavorassero entrambi nello stesso hotel ha alimentato numerose ipotesi. I due si conoscevano, questo è certo. Resta da capire la natura del loro rapporto e se esistano motivazioni personali alla base sia della scomparsa della donna sia dell’aggressione avvenuta poco dopo.
Alcune fonti non escludono che Chamila possa aver incontrato De Maria nel parco poco prima di morire. Tuttavia, al momento non ci sono prove certe che possano confermare questa ipotesi. Saranno fondamentali le immagini delle telecamere di videosorveglianza, le testimonianze dei colleghi e l’analisi dei dati telefonici per stabilire cosa sia realmente accaduto tra venerdì e domenica.
La comunità sconvolta: dolore e domande
La comunità di Cinisello Balsamo e i colleghi dell’hotel Berna sono sotto shock. Chamila era descritta come una persona gentile, riservata, molto legata alla sua famiglia e rispettata sul posto di lavoro. La notizia della sua morte ha lasciato tutti sgomenti.
Anche i sindacati e le associazioni che tutelano i diritti dei lavoratori stranieri hanno espresso profondo cordoglio e chiesto chiarezza sulla vicenda. In particolare, si chiede una riflessione sul sistema dei permessi lavoro concessi ai detenuti, e su eventuali mancanze nei controlli che avrebbero potuto prevenire questa escalation di violenza.
Attesa per i risultati dell’autopsia
In queste ore di attesa, l’attenzione è concentrata sull’autopsia che dovrà stabilire le reali cause della morte di Chamila Wijesuriya. Solo grazie all’esame medico-legale si potrà determinare se la donna sia stata uccisa, se abbia avuto un malore o se la sua morte sia legata in qualche modo a un gesto volontario o accidentale.
Le autorità stanno raccogliendo tutte le informazioni possibili: testimonianze, immagini, referti medici e telefonate. Ogni dettaglio potrebbe rivelarsi fondamentale per dare giustizia a Chamila e far luce su un caso che ha già avuto un epilogo drammatico e carico di mistero.