Piccola Giulia, si mette male per il padre: il sequestro poco fa
La vicenda della bambina di nove mesi uccisa dai pitbull ad Acerra si arricchisce di nuovi sviluppi. La Polizia Scientifica ha eseguito un nuovo sopralluogo nell’abitazione dove si è verificato il tragico evento, sequestrando diversi reperti, tra cui il cellulare del padre della piccola e un guinzaglio appartenente a uno dei cani. Le indagini sono ancora in corso per determinare con esattezza la dinamica dell’accaduto e chiarire eventuali responsabilità.
Nuovo sopralluogo della Polizia Scientifica
Nella giornata di ieri, gli agenti della Polizia Scientifica hanno trascorso oltre otto ore all’interno dell’appartamento di Acerra in cui si è consumata la tragedia. La bambina di appena nove mesi è stata sbranata dai pitbull di famiglia nella notte tra il 15 e il 16 febbraio, un dramma che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.
L’intervento degli investigatori si è concentrato sulla raccolta di nuove prove per ricostruire nei dettagli la dinamica dei fatti. La difficoltà principale nell’accertamento degli eventi risiede nel fatto che l’abitazione è stata ripulita prima dell’apposizione dei sigilli, rendendo più complesso il lavoro degli inquirenti. L’accesso nell’appartamento è avvenuto intorno alle 10 del mattino, e le operazioni sono proseguite fino alle 18, quando gli agenti hanno lasciato l’edificio portando con sé nuovi elementi utili alle indagini.
Reperti sequestrati: il guinzaglio e il telefono del padre
Durante il sopralluogo, gli agenti hanno prelevato diversi reperti su cui verranno effettuate analisi approfondite, con particolare attenzione alla ricerca di tracce di DNA. Tra gli oggetti sequestrati figura un guinzaglio, appartenente a uno dei due pitbull coinvolti nella tragedia, e il cellulare del padre della piccola vittima. Quest’ultimo elemento potrebbe fornire informazioni preziose per le indagini, attraverso la verifica di eventuali conversazioni, ricerche online o chiamate effettuate prima e dopo il drammatico evento.
Il padre indagato: le accuse e la richiesta di interrogatorio
Al momento, l’unico indagato per la morte della bambina è il padre, un giovane di 24 anni. Le accuse a suo carico sono gravi: omicidio colposo e omessa vigilanza e custodia di animale. La Procura di Nola sta cercando di fare luce sulle responsabilità dell’uomo, che avrebbe avuto il dovere di garantire la sicurezza della piccola all’interno della casa.
Il suo avvocato, Luigi Montano, ha richiesto un nuovo interrogatorio, che potrebbe avvenire già nelle prossime ore. Secondo la difesa, il padre intende chiarire alcuni aspetti della vicenda, in particolare il motivo per cui l’abitazione è stata ripulita subito dopo l’accaduto. L’uomo sostiene che la decisione non sia stata presa per ostacolare le indagini, bensì dai familiari in buona fede, convinti che gli accertamenti preliminari fossero già stati completati.
Il ruolo della pulizia della casa nelle indagini
Uno degli aspetti più controversi dell’inchiesta riguarda proprio la pulizia dell’appartamento. Secondo l’avvocato Montano, alcuni parenti avrebbero ritenuto che le indagini fossero terminate e, senza essere a conoscenza del successivo sequestro dell’abitazione, avrebbero provveduto a ripulire il sangue presente nella stanza da letto. Questo elemento ha complicato ulteriormente il lavoro della Scientifica, che ha dovuto operare in un ambiente alterato.
Dichiarazioni contrastanti e nuovi elementi emersi
A peggiorare la posizione del padre della bambina, ci sarebbe anche il fatto che, inizialmente, avrebbe fornito una versione differente dell’accaduto, parlando di un presunto attacco da parte di un cane randagio. Tuttavia, le indagini hanno presto smentito questa ricostruzione, facendo emergere dettagli inquietanti sui pitbull di famiglia.
Uno dei due cani, Tyson, si era già reso protagonista di un episodio violento in passato, uccidendo il cagnolino di alcuni vicini. Questo elemento potrebbe aggravare la posizione dell’indagato, poiché dimostrerebbe una mancata gestione adeguata degli animali e una sottovalutazione del potenziale pericolo rappresentato dai cani.
Le indagini proseguono: cosa succederà ora?
Le indagini sulla morte della piccola Giulia sono ancora in corso e la Polizia Scientifica continuerà a esaminare i reperti sequestrati per ottenere risposte definitive. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con precisione la sequenza degli eventi che hanno portato alla tragedia e individuare eventuali responsabilità dirette o indirette.
Nel frattempo, il padre della bambina attende di essere nuovamente ascoltato dagli investigatori. La sua difesa punta a dimostrare che la ripulitura della casa non fosse finalizzata a depistare le indagini, ma frutto di un errore dei familiari. Tuttavia, gli elementi emersi fino a questo momento non giocano a suo favore e il suo coinvolgimento nella vicenda resta sotto stretta osservazione della magistratura.