Alain scomparso, come l’hanno ritrovato: poco fa la notizia

Secondo le testimonianze iniziali, l’ultimo avvistamento certo risale alle 19:30, quando le telecamere del campeggio avrebbero ripreso il piccolo mentre si allontanava da solo. Da quel momento, è calato il silenzio. Nessun segnale, nessuna traccia, solo il panico crescente tra i familiari e la partenza immediata delle ricerche da parte delle forze dell’ordine.

Le ricerche: una mobilitazione senza precedenti

Dopo la segnalazione della scomparsa, è subito scattata un’imponente macchina di ricerca che ha coinvolto vigili del fuoco, polizia, protezione civile, unità cinofile e droni. L’intera area intorno al campeggio è stata perlustrata palmo a palmo, compresi i sentieri che portano verso le alture e quelli che si dirigono verso la costa.

La notizia della scomparsa del piccolo Allan si è rapidamente diffusa, suscitando commozione e solidarietà in tutta Italia. Centinaia di utenti sui social hanno condiviso l’appello dei genitori, mentre volontari locali si sono uniti alle ricerche. Un’intera comunità si è stretta intorno alla famiglia in un momento di estrema tensione e paura.

Un testimone al centro dell’inchiesta

Nel corso delle indagini, è emersa la figura di un uomo identificato con le iniziali P.D., che ha dichiarato di aver incontrato Allan nei pressi di un incrocio poco distante dal campeggio. L’uomo ha raccontato di aver aiutato il bambino ad attraversare la strada e di avergli indicato un bivio da seguire, situato vicino alla propria abitazione.

Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno fin da subito suscitato perplessità tra gli investigatori. I dettagli forniti risultavano poco coerenti e in parte contraddittori. Per questo motivo, l’uomo è stato ascoltato a lungo dagli inquirenti, che hanno voluto chiarire ogni aspetto del suo coinvolgimento, diretto o indiretto, nella scomparsa del piccolo.

Il ritrovamento: un finale felice ma tante domande aperte

La svolta è arrivata poche ore fa, quando un passante, mentre camminava nei dintorni dell’area in cui erano concentrate le ricerche, ha notato un bambino che vagava da solo. Dopo aver avvisato le autorità, è stata fatta la conferma definitiva: si trattava proprio di Allan Bernard Ganao. Il piccolo era in stato confusionale ma in buone condizioni fisiche, e subito è stato affidato alle cure mediche e riportato dai suoi genitori.

Il luogo in cui è stato ritrovato non è molto distante dall’abitazione del testimone interrogato, e questo dettaglio potrebbe rappresentare un elemento chiave nelle prossime fasi dell’inchiesta. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi e vogliono ricostruire con precisione le oltre 36 ore di assenza del bambino per accertare eventuali responsabilità.

Le indagini continuano: la magistratura vuole fare chiarezza

Nonostante il lieto fine, il caso non è chiuso. La Procura ha aperto un fascicolo per verificare se ci siano state negligenze, omissioni o comportamenti sospetti da parte di terzi. Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle videocamere di sorveglianza della zona, incrociando testimonianze e dati raccolti sul campo.

Il comportamento dell’uomo che ha riferito di aver visto Allan resta al vaglio, soprattutto per le discrepanze tra le sue diverse versioni. Si cerca di capire se abbia agito in buona fede o se possa aver avuto un ruolo più rilevante nella vicenda. Gli investigatori, inoltre, vogliono escludere qualsiasi ipotesi di sequestro o adescamento.

La gioia della famiglia e il sollievo della comunità

La notizia del ritrovamento ha generato un’ondata di commozione tra i cittadini di Ventimiglia e non solo. I genitori di Allan, dopo ore di paura, hanno potuto riabbracciare il loro bambino. Lacrime, abbracci e tanta gratitudine per chi ha partecipato alle ricerche e non ha mai smesso di sperare.

“È un miracolo”, ha detto uno dei volontari, ancora visibilmente emozionato. Anche il sindaco di Ventimiglia ha espresso pubblicamente la propria gioia, ringraziando tutte le forze coinvolte nell’operazione.