“Un’ultima cosa, andate tutti a votare”, è stata la frase pronunciata dal palco dai leader progressisti. Una frase che ha scatenato la rabbia di FdI, secondo cui l’intero evento è stato “programmato appositamente alla vigilia del voto” con finalità elettorali e non di solidarietà.
FdI all’attacco: “Abietta propaganda sulla pelle di Gaza”
Galeazzo Bignami
ha accusato la sinistra di cinismo e strumentalizzazione: “È grave violare il silenzio elettorale, ma è vergognoso usare la tragedia di Gaza per lanciare appelli al voto. Hanno dimostrato che non gli importa nulla dei bambini di Gaza e delle vittime del 7 ottobre”.
Maurizio Gasparri ha rincarato la dose: “Hanno trasformato un evento di solidarietà in un comizio. Se fosse successo al contrario, avrebbero invocato la Corte dell’Aja”.
Il caso del cappellino e la risposta ironica
Il video di Bersani con il cappellino “Sì” ha fatto il giro dei social. Lo stesso esponente PD ha risposto ironicamente a Procaccini: “Il cappello me l’hanno dato alla manifestazione. Regalami un Borsalino”. Ma la controreplica è stata durissima: “Un Borsalino non è proprio un simbolo del proletariato. La verità è che la sinistra ha violato tutte le regole”.
Una giornata che diventa un caso nazionale
Foto di Meloni accostata a H*tler, appelli al voto, cappelli referendari, e un assalto alla sede di Fratelli d’Italia a Torino: questi gli ingredienti di quella che Procaccini ha definito “una normale giornata di silenzio elettorale per la sinistra”.
L’opposizione, accusata di trasformare il dolore in propaganda, ha riacceso la tensione politica a poche ore da una consultazione cruciale. La domanda ora è: ci saranno conseguenze legali o tutto finirà con un’altra polemica politica passeggera?