Bimba uccisa dal pitbull, interviene il veterinario: la scoperta sul cane
Bimba morta ad Acerra, le analisi sul pitbull:
Indagini in corso sulla tragica morte della piccola Giulia ad Acerra
Le indagini sulla drammatica vicenda della piccola Giulia, la bambina di nove mesi deceduta ad Acerra dopo essere stata aggredita da un pitbull, proseguono senza sosta. Nicola Ambrosio, responsabile veterinario dell’ASL Napoli 2, ha rilasciato dichiarazioni in merito ai primi risultati delle analisi condotte sull’animale.
Il contesto della tragedia
L’episodio si è verificato la sera del 15 febbraio all’interno di un appartamento situato nel quartiere popolare Ice Snei. Le autorità stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi che hanno portato alla morte della bambina. Gli investigatori stanno inoltre esaminando i movimenti del padre della piccola, Vincenzo Loffredo, che al momento del tragico incidente pare fosse da solo in casa con la figlia, mentre la madre si trovava al lavoro.
Nel corso delle indagini, il cellulare del giovane padre, di soli 24 anni, è stato posto sotto sequestro per consentire ulteriori verifiche e accertamenti sul caso.
Le analisi sul pitbull Tyson
Uno degli aspetti cruciali dell’indagine riguarda il comportamento del pitbull Tyson, ritenuto responsabile dell’aggressione. Nicola Ambrosio, intervenuto nel programma televisivo “Mattino 4”, ha fornito un aggiornamento sulle condizioni dell’animale. “Fino a oggi, Tyson non ha manifestato comportamenti anomali e si lascia gestire senza difficoltà”, ha spiegato il veterinario dell’ASL Napoli 2
Ambrosio ha anche smentito le voci secondo cui il cane sarebbe stato sedato per poter effettuare gli esami: “Non abbiamo mai somministrato tranquillanti a nessuno degli animali coinvolti”.
Un elemento chiave dell’inchiesta riguarda gli esami sulle feci di Tyson e della meticcia Laika, l’altro cane presente in casa al momento della tragedia. Questi test potrebbero rivelare la presenza di tracce organiche riconducibili alla bambina. Tuttavia, dalle prime analisi effettuate sul pitbull non sono emerse tracce di sangue tra i suoi denti.
Un dato che ha sollevato ulteriori interrogativi riguarda una macchia sospetta individuata sulla testa della meticcia Laika. “L’unica anomalia rilevata è una zona che potrebbe essere stata imbrattata di sangue”, ha dichiarato Ambrosio. Per il momento, entrambi i cani rimarranno affidati al canile e saranno a disposizione della magistratura nel caso in cui dovessero essere necessarie ulteriori analisi.
I punti ancora da chiarire sulla morte di Giulia
Secondo le dichiarazioni rilasciate dal dottor Emanuele Ceo, il medico della clinica che ha tentato di soccorrere la piccola, l’attacco è stato particolarmente violento. Giulia sarebbe stata afferrata alla testa e al collo dal pitbull, che l’avrebbe poi scossa violentemente fino a provocarle fratture letali.
Uno degli aspetti che desta maggiore perplessità riguarda il tempo trascorso tra l’aggressione e il trasporto della bambina in ospedale. Secondo le ricostruzioni, Giulia è stata portata in pronto soccorso circa trenta minuti dopo il decesso, nonostante l’abitazione si trovi a soli due o tre minuti a piedi dalla struttura sanitaria più vicina. Questa discrepanza temporale rappresenta un nodo cruciale nelle indagini, che mirano a fare piena luce sulle circostanze della tragedia.
Quando la bambina è arrivata in ospedale, purtroppo, era già priva di vita. Il suo corpo presentava ferite multiple, con evidenti lacerazioni alla testa e al collo. Gli inquirenti stanno cercando di comprendere se vi siano state omissioni o ritardi nei soccorsi che abbiano compromesso la possibilità di salvare la piccola.
Il ruolo degli investigatori e il destino dei cani
Le forze dell’ordine continuano a raccogliere testimonianze e prove per ricostruire con precisione gli eventi che hanno portato alla tragica morte di Giulia. Gli inquirenti stanno esaminando il contesto familiare e le dinamiche all’interno della casa, cercando di stabilire se l’aggressione sia stata provocata da un evento specifico o se il cane avesse già manifestato segnali di pericolosità in passato.
Nel frattempo, il destino di Tyson e Laika rimane incerto. Per ora, entrambi gli animali restano in custodia presso una struttura dedicata, in attesa delle decisioni della magistratura. Sarà compito delle autorità stabilire se il pitbull rappresenti effettivamente una minaccia e quale sia la sua eventuale responsabilità nell’accaduto.