«È una giornata importante. Da undici anni si parla di questo Dna. Alberto ha sempre partecipato a tutte le sue udienze e teneva a esserci, nel massimo rispetto dell’autorità giudiziaria, mentre si indaga su un altro soggetto accusato dello stesso reato per cui lui è in carcere da dieci anni», ha spiegato la legale.
Bocellari ha sottolineato che Stasi si è detto sereno e che la sua presenza voleva rappresentare una forma di attenzione verso un passaggio giudiziario ritenuto cruciale.
Le contestazioni sulla legittimità procedurale
Fuori dall’aula, alla richiesta di Compagna si è aggiunta anche la posizione dell’avvocato Domenico Aiello, difensore di Mario Venditti, l’ex pm che nel 2017 chiese e ottenne l’archiviazione per Andrea Sempio e che oggi risulta indagato per corruzione in atti giudiziari.
Aiello ha parlato di una presenza anomala, sottolineando come il Codice di procedura penale non preveda esplicitamente la figura del “terzo interessato” in un incidente probatorio di questo tipo. Secondo il legale, la comparsa di Stasi potrebbe configurare una violazione procedurale.
«Spero che non si sostituisca un candidato innocente con un altro sfortunato innocente, a spese di un sicuro innocente», ha dichiarato, riaccendendo le polemiche su uno dei casi giudiziari più controversi e divisivi della storia recente italiana.
Un caso che continua a dividere
L’udienza di Pavia ha confermato quanto il delitto di Garlasco resti un terreno di scontro acceso, non solo sul piano giudiziario ma anche mediatico e simbolico. Le analisi sul Dna, sulle impronte e sui reperti restano centrali, ma l’attenzione si è spostata ancora una volta sulle dinamiche umane e procedurali che circondano il processo.
Il caso, a distanza di quasi vent’anni, continua a generare tensioni, interrogativi e divisioni profonde, mentre l’incidente probatorio rappresenta uno snodo decisivo per il futuro dell’inchiesta su Andrea Sempio.














