Uno dei momenti più toccanti della cerimonia è stato l’arrivo del Presidente Sergio Mattarella. Accolto da un lungo applauso spontaneo, Mattarella ha voluto essere presente di persona per rendere onore al carabiniere caduto in servizio. Il capo dello Stato ha abbracciato con profonda umanità la moglie del brigadiere e le sue due figlie gemelle di 15 anni, un gesto di solidarietà che ha commosso i presenti e ha mostrato ancora una volta la sua vicinanza concreta ai cittadini nei momenti più difficili.
Il messaggio di Mattarella: silenzioso ma potente
Sebbene Mattarella non abbia pronunciato discorsi pubblici durante la cerimonia, la sua sola presenza ha avuto un significato profondo. In un tempo in cui le parole spesso perdono valore, il silenzio rispettoso del Presidente è stato un messaggio fortissimo: lo Stato è vicino, partecipa al dolore delle famiglie e onora i suoi servitori più fedeli. Cosa ha fatto Mattarella in questo contesto? Ha rappresentato l’intera nazione con discrezione, compostezza e partecipazione autentica, incarnando i valori istituzionali e umani della Repubblica.
Un funerale di Stato, con tutti gli onori
La cerimonia è stata solenne e densa di simbolismo. Il feretro avvolto nel tricolore è stato portato a spalla da otto carabinieri in alta uniforme. L’ingresso in chiesa è avvenuto attraverso un picchetto d’onore immobile, creando un momento di alta intensità emotiva. La chiesa risuonava delle note del silenzio, mentre le lacrime dei presenti scorrevano senza bisogno di parole. È stato il giusto tributo a un uomo che ha servito fino all’estremo sacrificio.
L’omelia di monsignor Gian Franco Saba: “Ha dato tutto, fino all’ultimo”
A celebrare il rito funebre è stato monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l’Italia. Le sue parole, cariche di significato, hanno toccato profondamente l’animo dei presenti. “Nella sua quotidianità, Carlo ha donato tutto se stesso – ha detto Saba – adempiendo al proprio dovere con amore e dedizione. È beato colui che cerca la felicità autentica, anche nel servizio silenzioso.” La figura di Legrottaglie è stata elevata a esempio di altruismo e abnegazione, qualità sempre più rare e preziose.
Le autorità presenti: un segno di unità istituzionale
Oltre al Presidente Mattarella, erano presenti anche le massime autorità civili e militari. Tra questi il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo di Stato Maggiore della Difesa Luciano Portolano, e il comandante generale dei Carabinieri Salvatore Luongo. La loro presenza ha sottolineato il forte segnale di unità dello Stato, che non abbandona i propri servitori e le loro famiglie nei momenti più drammatici.
La morte di Legrottaglie: un sacrificio che non va dimenticato
Carlo Legrottaglie non era solo un carabiniere. Era un padre amorevole, un marito devoto, un uomo che aveva scelto il servizio pubblico come missione di vita. La sua morte non è solo una pagina tragica di cronaca, ma una ferita aperta nel cuore della collettività. Il suo sacrificio diventa simbolo di quel senso profondo di dovere che lega le forze dell’ordine alla popolazione.
Il messaggio che resta: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere”
La frase pronunciata durante l’omelia – “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” – è diventata emblematica della figura di Legrottaglie. Un uomo che ha dato tutto, fino all’ultimo istante, senza cercare gloria o riconoscimenti. Ed è anche in questo che risiede la grandezza del gesto del Presidente Mattarella: riconoscere con silenzioso rispetto il valore di chi ha scelto di servire senza clamore.