Napoli dà l’addio a uno dei suoi personaggi più amati e rappresentativi degli ultimi cinquant’anni: Antonio Mellino, conosciuto da tutti come Agostino ’o pazzo, è morto a quasi 73 anni. La notizia ha rapidamente attraversato la città, dai Quartieri Spagnoli a piazza Girolomini, dove negli ultimi anni l’uomo era diventato una presenza fissa come robivecchi e antiquario.
Mellino è stato molto più di un semplice volto popolare: la sua storia, le sue imprese, la sua fama costruita tra gli anni Settanta e Ottanta ne hanno fatto una figura mitica, tramandata di generazione in generazione. Un simbolo di Napoli, delle sue contraddizioni, della sua creatività spontanea e del suo immaginario urbano.

Chi era Agostino ’o pazzo: la leggenda su due ruote
Il soprannome che lo ha accompagnato per tutta la vita nasce da una passione immensa per Giacomo Agostini, mito del motociclismo mondiale. Mellino, a sua volta, negli anni Settanta divenne protagonista di inseguimenti spettacolari nel dedalo dei vicoli napoletani, alla guida della sua Gilera.
Le sue fughe spericolate dai controlli di polizia sono entrate nella memoria collettiva: sgommate improvvise, curve impossibili, passaggi strettissimi nei Quartieri Spagnoli. Una teatralità che ha trasformato quelle scene in veri pezzi di folclore urbano.
Antonio Mellino e l’arresto del 1970: il giorno che divenne mito
Il momento più ricordato della sua vita da “corridore di strada” avvenne nel settembre del 1970, quando venne finalmente fermato in piazza del Gesù Nuovo. La folla che assistette alla scena lo accolse con stupore e persino ammirazione, contribuendo a fissare la sua immagine nell’immaginario cittadino.
La seconda vita tra antiquariato e memoria popolare
Negli ultimi anni, abbandonate le corse, Mellino aveva trovato una nuova dimensione: quella di robivecchi e antiquario in piazza Girolomini, accanto al celebre murale della Madonna con pistola attribuito a Banksy. Un luogo simbolico, dove passato e presente di Napoli si incrociano, e dove anche Agostino aveva ritrovato un ruolo e una comunità.














