domenica, Giugno 22

“È stata la madre di Stasi”. Garlasco, l’ex procuratore rompe il silenzio

L’ex magistrato ha affermato con decisione: “Non mi sono mai occupato del procedimento a carico di Alberto Stasi. Quella fu una competenza esclusiva della Procura di Vigevano. Io ho avuto in carico solo gli accertamenti relativi ad Andrea Sempio”.

Questa precisazione non è passata inosservata, poiché pone nuovamente l’attenzione su un altro possibile scenario investigativo: quello che vedeva coinvolto Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, finito sotto la lente degli inquirenti, anche su segnalazione della madre di Stasi.

Il coinvolgimento di Andrea Sempio e la denuncia della madre di Stasi

Andrea Sempio

, all’epoca dei fatti un giovane poco più che ventenne, era un amico di Marco Poggi, fratello di Chiara. Il suo nome emerse nel tempo, in particolare grazie a una denuncia presentata dalla madre di Alberto Stasi. Secondo la donna, Sempio meritava maggiore attenzione da parte degli inquirenti. La denuncia fu presentata diversi anni dopo il delitto, ma fu comunque presa in considerazione da Mario Venditti, che avviò un’indagine esplorativa volta a verificare la fondatezza di eventuali elementi di colpevolezza.

Venditti, nell’intervista a Quarto Grado, ha spiegato quali furono i principali elementi su cui si concentrò la sua attenzione: tre in particolare. Il primo era uno scontrino del parcheggio di Vigevano, datato proprio il giorno del delitto. Il secondo elemento riguardava alcune telefonate effettuate da Sempio al numero fisso della famiglia Poggi nei giorni immediatamente precedenti all’omicidio. Il terzo, forse il più significativo, erano i risultati delle analisi del DNA.

Nessuna prova concreta contro Andrea Sempio

Nonostante i sospetti, il procuratore Venditti ha chiarito che nessuno di questi elementi fu sufficiente a costruire un’accusa solida contro Andrea Sempio. “Non ci furono mai prove reali per procedere contro di lui. Nemmeno le intercettazioni telefoniche, né tantomeno gli altri riscontri investigativi hanno mai portato alla luce qualcosa di concreto”, ha spiegato Venditti. Ha inoltre ribadito che il proprio operato si è sempre basato su una rivalutazione oggettiva di elementi già presenti nel fascicolo, che erano stati esaminati da ben tre diversi gradi di giudizio: Tribunale, Corte d’Appello e Corte di Cassazione.

Il punto fermo di Venditti: “Sulla scena del crimine c’era solo una persona”

Nel corso dell’intervista, all’ex procuratore è stato chiesto un parere sulle recenti speculazioni mediatiche secondo cui sulla scena del delitto potessero essere presenti più persone. Questa tesi, emersa negli ultimi anni e oggetto di nuove analisi tecniche, è stata categoricamente smentita da Venditti. “Andrea Sempio non c’entra nulla con questo delitto”, ha dichiarato con fermezza. “Sulla scena del crimine, secondo quanto accertato da me e confermato dai giudici, era presente una sola persona, e quella persona non era lui”.

A chi gli ha chiesto se, col senno di poi, avesse cambiato idea, Venditti ha risposto con convinzione: “Assolutamente no. Per me, e per la sentenza della Cassazione, l’unico responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi resta Alberto Stasi”. .

Un caso che continua dividere

Nonostante la condanna definitiva di Stasi, il caso Garlasco continua ad alimentare dubbi, teorie alternative e richieste di nuove indagini. Negli ultimi anni, alcuni legali e periti hanno invocato la riapertura del fascicolo, chiedendo nuove analisi del materiale genetico trovato sulla scena del crimine. Tuttavia, a oggi, nessun elemento innovativo è riuscito a sovvertire la ricostruzione accolta dai giudici.

Un mistero ancora irrisolto per molti

Il delitto di Chiara Poggi, una ragazza di 26 anni brutalmente uccisa nella sua casa di via Pascoli, a Garlasco, rimane per molti un enigma irrisolto. Nonostante la sentenza definitiva, una parte dell’opinione pubblica continua a ritenere che la verità non sia mai emersa completamente. Il fatto che il nome di Andrea Sempio venga ancora oggi associato al caso – pur senza alcun riscontro giudiziario – testimonia quanto la vicenda sia radicata nell’immaginario collettivo italiano.

L’intervento di Mario Venditti, che ha scelto la televisione per chiarire in prima persona il proprio ruolo e sgombrare il campo da equivoci e speculazioni, ha riacceso i riflettori sul caso, ma al tempo stesso ha fornito un’importante testimonianza sulla correttezza e la trasparenza delle indagini svolte.

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