Aggiornamento ore 15.23 – Clima di cautela al comitato di Acquaroli
Grande cautela al comitato elettorale di Francesco Acquaroli, dove i primi dati delle elezioni regionali 2025 mostrano il governatore uscente del centrodestra in leggero vantaggio sullo sfidante Matteo Ricci (centrosinistra e campo largo). Al momento, però, dagli esponenti di Fratelli d’Italia presenti nella sede non arrivano commenti ufficiali, preferendo attendere risultati più solidi man mano che procede lo scrutinio.
Secondo quanto si apprende, Acquaroli sta seguendo con attenzione l’andamento del voto dalla sua città, Potenza Picena, in contatto costante con il suo staff e i rappresentanti della coalizione.
Acquaroli in vantaggio secondo le stime
Il governatore uscente Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) è in vantaggio di tre punti sullo sfidante Matteo Ricci (Pd, M5S e coalizione di centrosinistra) secondo le stime del sondaggista Alessandro Amadori per Affaritaliani.it. Le proiezioni lo danno al 50% contro il 47% di Ricci, mentre gli altri candidati insieme si fermano al 3%.
Il risultato finale si giocherà probabilmente su una manciata di voti, con possibili ripercussioni anche sul quadro politico nazionale.
Exit poll a confronto
- Opinio (Rai): Acquaroli 48-52% | Ricci 46-50%
- SWG (La7): Acquaroli 48,5-52,5% | Ricci 45,5-49,5%
Gli altri candidati restano molto distanti: Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana e Popolare), Lidia Mangani (Partito Comunista Italiano), Beatrice Marinelli (Evoluzione della Rivoluzione) e Francesco Gerardi (Forza del Popolo) raccolgono percentuali marginali, senza incidere realmente sulla sfida principale.
Chi sono i candidati principali
Francesco Acquaroli
, classe 1974, è presidente delle Marche dal 2020, esponente di Fratelli d’Italia e sostenuto da Lega, Forza Italia, Udc e liste civiche. Già sindaco di Potenza Picena e deputato, punta alla riconferma per consolidare la leadership del centrodestra nella regione.
Matteo Ricci, anch’egli nato nel 1974, ha guidato per dieci anni il Comune di Pesaro ed è oggi europarlamentare. Il suo campo largo include PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Azione e varie liste civiche locali. La sua candidatura è vista come un test importante per la tenuta dell’alleanza progressista.
Affluenza e modalità di voto
Alle urne erano chiamati oltre 1,3 milioni di cittadini, distribuiti in 1.572 sezioni elettorali. L’affluenza registrata domenica sera era del 37,7%, inferiore al 42,7% del 2020, segno di una certa disaffezione politica. Le urne sono rimaste aperte fino alle 15 di lunedì 29 settembre, con lo spoglio iniziato subito dopo.
Il sistema di voto non consente il voto disgiunto. L’elettore poteva scegliere un candidato presidente e una lista collegata, oppure solo uno dei due. Era inoltre possibile esprimere due preferenze di genere diverso per i consiglieri.
Una partita politica nazionale
Il risultato delle Marche non ha solo valore regionale: rappresenta un test cruciale per i partiti nazionali. Una riconferma di Acquaroli rafforzerebbe il centrodestra e in particolare Fratelli d’Italia, mentre una vittoria di Ricci segnerebbe un successo del campo largo, dando slancio al PD e ai suoi alleati in vista delle prossime tornate elettorali, tra cui Calabria, Toscana, Campania, Veneto e Puglia.