Le condizioni di vita erano certamente spartane, ma non risultano evidenze di maltrattamenti, abusi o incuria grave. Per molti, quindi, il sistema avrebbe reagito più a un “modello di vita non conforme” che a un rischio concreto.
L’analogia proposta dallo stesso autore dell’analisi, che richiama l’atmosfera del film di M. Night Shyamalan, non è casuale. Come nel villaggio de “The Village”, ciò che appare come protezione può trasformarsi in una minaccia, soprattutto quando poteri enormi vengono esercitati senza sufficiente contrappeso.
È un tema già noto, purtroppo, nel nostro Paese: l’intervento dei servizi sociali in materia di minori può trasformarsi in un labirinto burocratico senza uscita, dove ogni passo avanti sembra generare due passi indietro. E ogni valutazione aggiuntiva può diventare materia per ulteriori sospensioni, verifiche, accertamenti.
Il commento di Antonio Marziale: “Norme da riformare, e subito”
Uno degli interventi più lucidi è arrivato da Antonio Marziale, già Garante per l’Infanzia in Calabria. Secondo Marziale, questa vicenda non è un’eccezione, bensì la spia di un problema molto più profondo e sistemico. Le norme che regolano i poteri della magistratura minorile e dei servizi sociali, spiega, mancano di contrappesi e lasciano ai genitori margini troppo ridotti per opporsi o difendersi.
Il risultato è che, a fronte di casi gravissimi (dove la rimozione dei minori è sacrosanta), esiste un’area grigia enorme dove famiglie che non hanno commesso niente di grave possono ritrovarsi schiacciate da un apparato impersonale, lento e spesso impermeabile al buon senso.
Dopo l’incubo: resteranno in Italia o torneranno da dove sono venuti?
L’ultima riflessione riguarda il futuro della famiglia Trevallion-Birmingham. Una volta terminato questo incubo – che potrebbe durare mesi, se non anni – gli stessi protagonisti potrebbero chiedersi se valga davvero la pena restare in Italia. Il Paese che sognavano come luogo di libertà, natura e tranquillità si è trasformato per loro in una spirale di controlli e sospetti senza fine.
Resta la domanda: si tratta davvero di tutela dei minori o di una burocrazia che, una volta che ti entra in casa, finisce per restarci troppo a lungo?

















