Il Giappone torna a tremare. Una fortissima scossa di magnitudo 7.6 è stata registrata nella serata dell’8 dicembre (ora locale) al largo della costa nord del Paese, provocando un’immediata allerta tsunami e lo stop ai treni superveloci Shinkansen. L’epicentro, secondo quanto riportato dall’Usgs, è stato individuato a circa 50 chilometri di profondità davanti alla prefettura di Aomori. A distanza di poche ore, l’Agenzia meteorologica giapponese ha confermato la formazione di uno tsunami, con un’onda di 40 centimetri registrata a Urakawa, nell’Hokkaido.
Dati del sisma: magnitudo e area colpita
Il terremoto è avvenuto nel Pacifico settentrionale, lungo una delle zone più sismiche al mondo, dove la placca del Pacifico si spinge sotto quella nordamericana. La scossa, avvertita nitidamente anche a Tokyo, distante oltre 700 km, non ha provocato danni significativi né blackout diffusi, secondo le prime comunicazioni delle autorità locali.
La profondità del sisma – relativamente elevata – potrebbe aver contribuito a limitare gli impatti diretti sulla terraferma, ma questo non ha impedito l’attivazione di un allarme immediato lungo tutte le aree costiere settentrionali.
La prima onda dello tsunami: 40 cm a Urakawa
L’Agenzia meteorologica giapponese aveva inizialmente previsto onde fino a 3 metri, soprattutto nelle regioni di Aomori, Hokkaido e Iwate. Le misurazioni successive hanno documentato un’onda di 40 cm, comunque sufficiente a generare preoccupazione e richiedere l’evacuazione nelle aree portuali più vicine.
Popolazione invitata ad allontanarsi dalle coste
Autorità e sistemi di allarme automatici hanno esortato i residenti a cercare riparo immediato nelle zone più interne, nonostante l’orario notturno e le temperature vicine allo zero. L’esperienza del grande tsunami del 2011, ancora vivissima nella memoria collettiva giapponese, ha reso la risposta della popolazione estremamente rapida e disciplinata.
Effetti sul Paese: stop ai treni e verifiche sulle centrali nucleari
A seguito della scossa, i servizi ferroviari Shinkansen sono stati sospesi su tutto il versante nord-orientale, in attesa delle verifiche di sicurezza. Le centrali nucleari di Fukushima, Onagawa e Higashidori – tutte situate in aree potenzialmente sensibili – non hanno riportato anomalie.
Le autorità hanno comunque avviato ispezioni preventive, come da protocollo, per escludere danni invisibili o microfessurazioni.
Un Paese preparato, ma mai indifferente
Il Giappone è uno dei Paesi più attrezzati al mondo per affrontare eventi sismici di questa intensità. Grazie ai sistemi di allerta precoce, all’ingegneria antisismica e a una popolazione addestrata a reagire in pochi istanti, gli impatti sono stati contenuti.
Resta comunque alta l’attenzione, perché scosse di questo tipo possono essere seguite da forti repliche, soprattutto nelle prime 48 ore. L’agenzia meteorologica continua a monitorare il Pacifico Settentrionale, mentre le autorità locali invitano a evitare le zone costiere fino alla completa cessazione dell’allarme.
Cosa sappiamo per ora
- Magnitudo: 7.6
- Epicentro: largo della prefettura di Aomori
- Profondità: 50 km
- Tsunami registrato: onda di 40 cm a Urakawa (Hokkaido)
- Danni: nessuna segnalazione significativa
- Sistemi sospesi: Shinkansen nord-est
- Impatto sulle centrali: nessuna anomalia rilevata
Il Giappone resta in stato di attenzione, ma al momento la situazione appare sotto controllo. Le prossime ore saranno decisive per valutare possibili repliche e la piena stabilizzazione dell’area.




