giovedì, Ottobre 30

Caso Garlasco, il ministro Nordio: “Dopo 20 anni impossibile ricostruire la verità. Bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi”

Il consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra, ha però smentito con decisione tale ipotesi, definendola «non supportata da alcun elemento tecnico». Secondo Capra, infatti, Chiara non presentava segni compatibili con un tentativo di difesa, contrariamente a quanto sostenuto da alcune teorie alternative.

Tra verità giudiziaria e verità storica

L’intervento di Nordio riporta il dibattito su un piano più ampio: quello della verità storica contro la verità processuale. Il ministro ha ribadito che l’azione penale resta un dovere costituzionale, ma ha invitato a riflettere sul rischio di indagini infinite che finiscono per logorare la fiducia dei cittadini nella giustizia.

«I magistrati che si occupano di questo nuovo filone sono persone serissime – ha detto Nordio – ma bisogna essere consapevoli dei limiti umani e materiali del processo penale. Dopo 20 o 30 anni, la verità si allontana, e ogni nuova pista rischia di confondere più che chiarire».

Un caso che continua a dividere

A distanza di quasi vent’anni, il delitto di Chiara Poggi rimane uno dei misteri giudiziari più complessi e controversi d’Italia. Ogni nuovo sviluppo accende il dibattito mediatico e politico, con posizioni sempre più polarizzate tra chi crede nella colpevolezza di Stasi e chi chiede una revisione completa del caso. Mentre la Procura di Pavia continua i suoi accertamenti, le parole di Nordio rappresentano un invito alla prudenza e alla consapevolezza dei limiti della giustizia umana.

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