giovedì, Ottobre 30

Ictus, i primi sintomi da riconoscere subito: i campanelli d’allarme che possono salvare la vita

“Il tempo è cervello”. È questo il messaggio chiave della Giornata Mondiale dell’Ictus, che si celebra il 29 ottobre, per ricordare che ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la disabilità. L’ictus è una delle principali cause di morte e invalidità nel mondo, ma riconoscerne i sintomi tempestivamente può salvare molte vite.

Cos’è l’ictus e perché “ogni minuto conta”

L’ictus si verifica quando il flusso di sangue verso una parte del cervello si interrompe improvvisamente. Può essere di due tipi: ischemico (quando un’arteria si ostruisce) o emorragico (quando un vaso sanguigno si rompe). In Italia si registrano ogni anno tra 120.000 e 150.000 casi, di cui circa l’80% ischemici e il 20% emorragici.

Prima si interviene, più possibilità ci sono di limitare i danni cerebrali. Per questo i neurologi ripetono da anni che, in caso di sospetto ictus, il tempo diventa vita e cervello.

I sintomi: come riconoscerli con il metodo F.A.S.T.

Un modo semplice per ricordare i segnali dell’ictus è l’acronimo inglese F.A.S.T., che significa “veloce”, ma anche indica i quattro campanelli d’allarme principali:

  • F – Face (Faccia): un lato del volto appare “cadente” e la bocca può risultare storta.
  • A – Arm (Braccio): la persona non riesce a sollevare un braccio o ad afferrare oggetti.
  • S – Speech (Linguaggio): difficoltà a parlare o pronuncia confusa e incoerente.
  • T – Time (Tempo): chiamare immediatamente i soccorsi, perché ogni minuto è prezioso.

Basta anche solo uno di questi sintomi per chiamare subito il 118 e far intervenire i sanitari. Ogni minuto perso può significare la perdita di milioni di neuroni e peggiorare in modo irreversibile le conseguenze dell’ictus.

Le cause e i fattori di rischio

Molti ictus potrebbero essere prevenuti controllando i principali fattori di rischio: fumo, ipertensione, diabete, colesterolo alto, obesità e sedentarietà. Un corretto stile di vita e controlli periodici riducono drasticamente la possibilità di un evento cerebrovascolare.

Le reti tempo-dipendenti e le nuove cure

Oggi la sopravvivenza e il recupero dei pazienti sono migliorati grazie alle stroke unit, reparti specializzati che permettono interventi rapidi come la trombolisi o la trombectomia meccanica. Sono le stesse strutture che per l’ictus svolgono il ruolo che le unità coronariche hanno per l’infarto.

Il presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv, Andrea Vianello, ricorda l’importanza della sensibilizzazione: «Ogni anno portiamo avanti il progetto “FAST Heroes”, rivolto ai bambini delle scuole primarie, per insegnare a riconoscere i sintomi dell’ictus e salvare i nonni».

La storia di Alessandro: salvato dal tempestivo intervento

Emblematico il caso di Alessandro, 37 anni, colpito da ictus a causa di un problema cardiaco non diagnosticato. Mentre era in hotel con il figlio di 4 anni, ha avvertito un forte giramento di testa e notato la bocca storta allo specchio. Non riusciva più a parlare né a muovere il braccio. Solo grazie all’allarme dato dal personale dell’hotel è stato soccorso in tempo. Oggi sta bene, senza alcun danno residuo.

La sua vicenda dimostra come la rapidità dei soccorsi e la conoscenza dei sintomi siano fondamentali per evitare conseguenze gravi. In molti casi, un trattamento tempestivo può fare la differenza tra una disabilità permanente e il pieno recupero.

“Ogni minuto conta”: la lezione da ricordare

La World Stroke Organization e le associazioni italiane rilanciano il messaggio: non ignorare mai un segno sospetto. L’ictus non colpisce solo gli anziani, ma anche giovani e adulti in buona salute. Per questo riconoscere i sintomi e agire subito è il primo passo per salvare vite umane.

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