“Una società giusta è meticcia”
Salis denuncia le strutture italiane come i CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri) e chiede la loro abolizione immediata, definendole “infami”. Parla di “remigrazione” come sogno suprematista delle destre, e rivendica una visione radicale: «La società per cui lottiamo è meticcia, solidale, aperta. Perché una società giusta o lo è per tutti, o non è». A suo dire, chi difende i migranti oggi è una minoranza sotto attacco, ma destinata a restare dalla parte giusta della storia.
Dal caso ungherese alla linea “no compromise”
In attesa di sapere se le autorità ungheresi chiederanno il ritiro dell’immunità parlamentare — richiesta che penderebbe come una spada di Damocle sul suo futuro — Salis sceglie di alzare i toni. Nessun passo indietro, anzi: una presa di posizione ancora più estrema, che rischia di spaccare la stessa area progressista tra chi la sostiene e chi teme derive ideologiche pericolose.
“F***k ICE, fan***o la bianchezza” non è solo un post. È un manifesto. Di rottura, rabbioso, carico di retorica antirazzista ma anche di aggressività verbale. Per alcuni, un grido disperato e necessario. Per altri, il simbolo di un certo attivismo che ripropone lo scontro ideologico duro e puro, tra barricate e slogan, come se il tempo si fosse fermato agli Anni di Piombo.
Il post di Ilaria Salis ha già fatto il giro delle redazioni e degli schieramenti politici. E se da una parte c’è chi applaude il coraggio di chi “non si piega al compromesso”, dall’altra emergono dubbi crescenti su toni, contenuti e linguaggio di un’europarlamentare che rappresenta l’Italia in Europa.