mercoledì, Luglio 23

Il killer di Denisa aggredito in carcere: confessa un secondo omicidio. Ora si indaga su altre donne scomparse

Gli investigatori sono arrivati a lui analizzando le celle telefoniche

attive nella notte della scomparsa di Denisa. Incrociando i dati, è emerso il numero di telefono di Ana Maria. Ma il dettaglio decisivo è stato un altro: nel garage di casa sua, a Monsummano Terme, gli inquirenti hanno trovato una BMW riverniciata di nero, risultata poi intestata proprio ad Ana Maria Andrei. Era scomparsa da nove mesi.

L’uomo aveva modificato la targa e il colore della carrozzeria. Dopo la perquisizione, la verità è emersa: Frumuzache ha confessato entrambi i crimini.

Dettagli macabri: valigie, benzina e sacchi

Il killer ha raccontato che ha decapitato Denisa nella stanza del residence, inserendo la testa in un sacchetto dell’immondizia e poi trasportandola in una valigia. Una volta a casa, ha tentato di distruggere i resti con benzina e legna, bruciando parte del contenuto nel suo giardino.

“Mi ricattava, ho perso la testa” ha detto agli investigatori. Diversa la motivazione per il secondo omicidio: Ana Maria è stata colpita a coltellate per aver, secondo lui, rifiutato una prestazione sessuale a pagamento.

L’aggressione in carcere e la rabbia della famiglia

Non è servito attendere a lungo: la rabbia per i delitti è esplosa anche in cella. Un parente di Ana Maria, detenuto nello stesso carcere, ha aggredito Frumuzache versandogli olio bollente sul volto. Le sue condizioni sono monitorate ma non gravi.

La procura: “Potrebbero esserci altre vittime”

L’allerta ora è massima. La procura di Prato ha avviato verifiche su altri casi di donne scomparse nei territori dove l’uomo ha vissuto, dalla Toscana alla Sicilia. Non si esclude l’esistenza di altre vittime che finora non sono state collegate tra loro.

Per l’identificazione certa di Ana Maria Andrei sarà necessario il confronto del DNA con una cugina residente nel Pistoiese. Nel frattempo, la moglie di Frumuzache sarà ascoltata nei prossimi giorni. Le indagini proseguono anche su un altro uomo, non indagato, che avrebbe avuto contatti telefonici con Denisa proprio nelle ore della sua scomparsa.

Il mistero si infittisce. E le autorità temono che dietro le due confessioni possa celarsi un serial killer silenzioso e metodico, capace di agire nell’ombra per anni.

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