A provare a mettere ordine ci pensa OrizzonteScuola.it, che parla di 800 intervistati e, leggendo gli stessi dati, arriva alla conclusione opposta: “Il 53% degli italiani è contrario alla reintroduzione della leva militare”. Un ribaltamento che dimostra quanto sia “duttile” uno stesso sondaggio, se letto senza trasparenza.
Il caso Sole 24 Ore: mille interviste, cento risposte
Nello stesso giorno, anche Il Sole 24 Ore pubblica un articolo sul tema. Titolo: “La maggioranza degli italiani favorevole alla leva obbligatoria”. L’indagine, spiega il giornale, sarebbe stata condotta su mille persone tramite interviste telefoniche.
Tutto chiaro, finché non si procede nella lettura:
Alla domanda sul senso civico della leva, vengono riportate «cento risposte». Cento? Non mille? È una svista? Si tratta di percentuali? E se sì, perché non è indicato il simbolo «%»? Il risultato è un articolo che genera confusione sulla base dei dati stessi.
Le contraddizioni sul tipo di “leva” proposta
Secondo l’articolo del Sole 24 Ore, il 59% degli intervistati sarebbe d’accordo con una leva obbligatoria “di tipo protezione civile”, con solo una piccola quota armata volontaria.
Ma nel titolo si parla di leva obbligatoria tout court, lasciando intendere un servizio militare tradizionale. È un dettaglio? No: sono due concetti completamente diversi.
Eppure, nella comunicazione pubblica, sembra valere tutto.
Il ruolo del governo e la narrazione che ne deriva
L’autore del sondaggio, riferisce il Sole, è un non meglio identificato “istituto Remtene”. I risultati sarebbero stati pubblicati sul sito della Presidenza del Consiglio dedicato ai sondaggi.
Si tratta del portale Sondaggi Politico Elettorali? Non viene chiarito. Certo è che la Presidenza del Consiglio è guidata da Giorgia Meloni, leader del partito del ministro Crosetto, che proprio il 27 novembre — un giorno prima della pubblicazione dei dati — ha annunciato un ddl sul nuovo servizio di leva volontaria.
Un tempismo che fa riflettere e che alimenta una narrazione funzionale a sostenere la proposta politica in arrivo.
Un dibattito pubblico costruito male
L’impressione finale è chiara: i sondaggi ci sono, ma non vengono spiegati. E senza trasparenza, un dato statistico diventa una leva retorica. I titoli colpiscono, i dettagli si perdono. E la percezione collettiva cambia.
La domanda che resta è una sola: chi sostiene davvero il ritorno della leva? E chi, invece, lo sta solo facendo credere?

















