- Calore estremo. Settimana opprimente in Ohio: «È stato uno dei tornei più bollenti che abbia mai giocato», ha riconosciuto Jannik. Disidratazione e sbalzi termici possono aver pesato.
- Festeggiamenti “a rischio”. Sabato i 24 anni con torta di panna e fragole offerta dal torneo e un brindisi simbolico: dettagli minimi, ma fuori dal rigido regime di gara, che talvolta bastano a scompensare.
- Aria condizionata/virus. Possibile intossicazione o virus intestinale favorita dai forti contrasti caldo–freddo tipici delle arene USA.
- Escluse cause “meccaniche”. Non ci sono segnali di problemi strutturali (schiena, anca, caviglia, ginocchio) che in passato lo avevano limitato.
Le parole di Jannik
Davanti al pubblico ha invertito l’ordine dei ringraziamenti: «Mi dispiace tanto di deludervi. Da ieri non mi sentivo bene, speravo di migliorare nella notte e invece sono peggiorato». Poi l’omaggio al rivale: «Carlos, so che non è così che avresti voluto vincere».
Cosa cambia verso lo US Open
Il forfait in finale consegna il titolo a Alcaraz e riapre la corsa ai punti in vista di New York. Per Sinner ora riposo assoluto e valutazioni col team medico: l’obiettivo è presentarsi allo US Open nelle migliori condizioni, anche a costo di rinunciare a ogni impegno collaterale.
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