venerdì, Giugno 13

Martina Carbonaro uccisa in un cantiere Pnrr abbandonato: la famiglia chiede un risarcimento e scrive a Giorgia Meloni

Un dolore che cerca giustizia: la battaglia della famiglia di Martina

La morte di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato, ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana. Oggi, a distanza di giorni dalla tragedia, la sua famiglia rompe il silenzio e annuncia azioni legali: sarà presentata una richiesta di risarcimento danni per le gravi carenze di sicurezza nel luogo dove è avvenuto l’omicidio. Ma non solo: tramite il loro legale, l’avvocato Sergio Pisani, lanciano un appello diretto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Un cantiere pubblico trasformato in trappola mortale

Contrariamente a quanto si era inizialmente ipotizzato, Martina non è stata uccisa in un casolare abbandonato ma all’interno di un cantiere pubblico attivo, precisamente nei locali sovrastanti gli spogliatoi del palazzetto comunale “Luigi Moccia” ad Afragola. Si tratta di un’area compresa nel progetto finanziato dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), quindi teoricamente sotto stretta sorveglianza.

«Non c’erano recinzioni, non c’erano controlli, né segnali di pericolo. Tutto era aperto, accessibile, abbandonato», denuncia Pisani. «Un cantiere così, lasciato incustodito, rappresenta un invito a delinquere. Ed è lì che Alessio ha trovato la pietra usata per colpire Martina. Ed è lì che ha tentato di nasconderla».

L’appello a Giorgia Meloni

L’avvocato della famiglia rivolge una domanda diretta a Palazzo Chigi. Vediamo le sue parole.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.