L’intervista di Giorgia Meloni al Tg La7 con Enrico Mentana riaccende il dibattito politico italiano ed europeo. La premier ha affrontato tutti i dossier più delicati del momento: difesa comune dell’Unione, guerra in Ucraina, crisi in Medio Oriente, riforme interne e il mancato confronto con Elly Schlein. Un intervento serrato, in cui Meloni ha rivendicato le scelte del governo e rilanciato la necessità per l’Europa di dotarsi di strumenti autonomi di sicurezza.
«L’Europa deve saper difendersi da sola»
Il punto più forte dell’intervista riguarda il ruolo dell’Unione Europea. Commentando il nuovo documento strategico statunitense, la premier ha spiegato che il processo che spinge l’Europa verso una difesa autonoma è «storico e inevitabile». Per Meloni, non si tratta di uno strappo con Washington, ma di una presa di coscienza: «Se l’Europa vuole essere grande, deve essere in grado di difendersi da sola».

Una posizione che la premier sostiene da tempo e che, nel suo racconto, rappresenterebbe un’occasione di crescita politica per il continente, pur comportando costi economici significativi.
Ucraina: «La pace si costruisce con la deterrenza»
Meloni ha ribadito che la linea del governo non cambia: sostegno pieno a Kiev. Secondo la premier, «la pace non si costruisce con le buone intenzioni, ma con la deterrenza», confermando che l’Italia continuerà a sostenere la resistenza ucraina come parte di un percorso che dovrebbe portare alla fine del conflitto.
Gaza e Palestina: «Nessuna timidezza con Israele»
La premier ha respinto l’idea che l’Italia sia stata troppo prudente nei confronti di Israele dopo gli episodi in Cisgiordania. «Siamo stati molto chiari», ha affermato, ricordando l’intervento all’Assemblea generale dell’Onu. Per Meloni, il riconoscimento dello Stato palestinese resta legato a due condizioni indicate dal Parlamento: il disarmo di Hamas e la garanzia che non abbia alcun ruolo nella governance di Gaza.



















